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Punjab anticristiano. http://www.ilfoglio.it/articoli/v/122552/rubriche/punjab-anticristiano.htm
Nuovo pogrom islamista e impunito contro i perseguitati del Pakistan
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di Redazione | 05 Novembre 2014. Cristiani del Pakistan protestano contro le violenze perpetrate dai musulmani (foto AP)
Ieri nel Punjab, una regione del Pakistan – una delle più avanzate – una coppia di cristiani è stata uccisa da una folla che li accusava di avere bruciato alcune pagine del Corano, libro sacro dell'islam. Sembra, perché i contorni della notizia sono confusi, che il padre dell'uomo ucciso fosse morto pochi giorni fa e che lui stesse bruciando alcune cose inutili. Un testimone ha giurato di avere visto un Corano: da lì è stata la fine per i due (lei era incinta). Il fatto atroce si proietta su uno sfondo ugualmente atroce di impunità e tolleranza nel Punjab e in tutto il Pakistan verso questi pogrom contro i cristiani.
La legge che punisce con la morte la blasfemia è un fattore importante – in fondo la folla si sente legittimata e giustiziera. Ci sarà mai la forza di cambiarla? Difficile scordare quando nel gennaio 2011 la folla accolse con una pioggia di petali di rosa l'assassino del governatore del Punjab, ucciso perché aveva chiesto clemenza per una donna cristiana condannata a morte.
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Nella fossa dei leoni. Voci dal martirio. I fanatici dell'islam li uccidono e gli bruciano le case. Ecco come i cristiani perseguitati in Africa e in medio oriente raccontano la loro tragedia
di Matteo Matzuzzi | 04 Agosto 2014 "Noi dobbiamo ricordare a tutti che i cristiani sono qui per diffondere la cultura della Bibbia. Non esiste una primavera araba senza una primavera cristiana", ha detto il card. Béchara Raï
Iraq, Siria, Libano, Terra Santa. E poi l'Africa, dalla Libia del dopo Gheddafi – dove gli antichi cimiteri cristiani diventano luogo in cui i miliziani islamici sfogano la rabbia per decenni covata – alla Nigeria divisa lungo rigide linee confessionali: cristiani a sud e musulmani a nord, con le scorribande di Boko Haram, "talebani africani", a rapire, convertire e uccidere i miscredenti. Cari Fratelli Vescovi, contate sul mio appoggio ed incoraggiamento nel fare tutto quello che è in vostro potere per aiutare i nostri fratelli e sorelle Cristiani a rimanere e ad affermarsi qui nella terra dei loro antenati ed essere messaggeri e promotori di pace". Così parlava, cinque anni fa nel Cenacolo di Gerusalemme, Benedetto XVI, durante il suo viaggio in Terra Santa. Rimanere lì con "coraggio, umiltà, pazienza". Oggi, nonostante i marchi infamanti impressi sulla facciata delle case dei cristiani infedeli a Mosul, la N che designa i nazareni da cacciare (o, se non se ne vanno e non si convertono, da giudicare secondo i dettami della sharia), c'è ancora chi rifiuta un po' indignato le offerte di qualche paese europeo, pronto a concedere asilo alle migliaia di cristiani in fuga dalle città e dai villaggi passati sotto il controllo delle truppe jihadiste del nuovo califfo che dice di discendere direttamente dal Profeta. "Aiutateci a rimanere a casa nostra", diceva qualche giorno fa il patriarca cattolico di Antiochia, di tutto l'oriente, di Alessandria e di Gerusalemme dei Melchiti, Gregorio III Laham. Sulla stessa linea anche il vescovo di Lione, il cardinale Philippe Barbarin, che ha deciso di andare a vedere con i propri occhi i volti stanchi dei martiri, testimoni della cacciata voluta dai miliziani dell'Isis che dopo le case dei cristiani, hanno occupato e profanato le chiese e perfino le tombe dei profeti: "Un ulteriore esodo non farebbe altro che aggravare la situazione. Certo, è meglio partire che essere ammazzati, ma l'obiettivo deve essere quello di rimanere a vivere qui. Anche con il marchio della propria religione sul corpo, i vestiti e la casa".
E accanto ai perseguitati, ha levato la voce anche Francesco. Lo scorso 20 luglio, all'Angelus, ha per un attimo lasciato da parte i fogli con il testo ufficiale da pronunciare, e si è rivolto direttamente a loro, profughi di Mosul: "Oggi sono perseguitati; i nostri fratelli sono perseguitati, sono cacciati via, devono lasciare le loro case senza avere la possibilità di portare niente con loro. A queste famiglie e a queste persone voglio esprimere la mia vicinanza e la mia costante preghiera. Carissimi fratelli e sorelle tanto perseguitati, io so quanto soffrite, io so che siete spogliati di tutto. Sono con voi nella fede in Colui che ha vinto il male! E a voi, qui in piazza e a quanti ci seguono per mezzo della televisione, rivolgo l'invito a ricordare nella preghiera queste comunità cristiane". Di persecuzione dei cristiani nelle terre del vicino e medio oriente aveva già parlato, a margine del Sinodo dei vescovi per il medio oriente, nel 2010, il vescovo ausiliare di Babilonia dei Caldei, mons. Shlemon Warduni: "I motivi urgenti che hanno portato alla convocazione del Sinodo sono che i cristiani stanno fuggendo dal medio oriente, e che gli estremisti islamici stanno invadendo l'area". Quattro anni dopo, le linee tracciate allora dai centottantacinque padri sinodali convocati a Roma da Papa Ratzinger, sono diventate la tragica realtà quotidiana. E non solo nelle terre d'oriente, ma anche in Africa, il "continente della speranza"

*** "Noi ci troviamo ad affrontare questa situazione. Il patriarca e noi vescovi ora ci troviamo al nord e stiamo cercando di analizzare questo problema grave, gravissimo. Ci chiediamo come mai accadono queste cose contrarie alla dignità dell'uomo? Contro Dio, contro l'uomo… Stamani, siamo andati dal presidente del Kurdistan e lui ci ha promesso tante belle cose. Ha detto: 'Noi, o ce ne andiamo tutti insieme, o tutti insieme rimaniamo. Bisogna tagliare la strada a questa gente, che non sono uomini di coscienza perché fanno queste cose terribili contro tutti: contro i bambini, contro i vecchi, contro i malati…'. Ci ha assicurato la sua protezione per i cristiani. Dove è il rispetto dei diritti dei cristiani? Bisogna dire a tutto il mondo: Perché state zitti? Perché non parlate? I diritti umani esistono, o no? E se ci sono, dove sono? Ci sono bambini, bambini piccoli, ai quali strappano le medicine dalle mani e li gettano a terra… E' così in tanti, tanti casi! Vogliamo prima di tutto smuovere la coscienza di tutto il mondo: dov'è l'Europa? Dov'è l'America?".
mons. Shlemon Warduni,
vescovo ausiliare caldeo di Baghdad

*** "Di cristiani non ce ne sono più. C'erano una decina di famiglie che sono dovute fuggire ieri ma gli hanno rubato tutto. Li hanno lasciati alla frontiera della città, ma gli hanno rubato tutto, li hanno insultati, li hanno lasciati così, in pieno deserto. Purtroppo è così. Hanno trovato rifugio in Kurdistan, dove li hanno accolti, ma il primo ministro del Kurdistan ha detto che il Kurdistan non può più ricevere rifugiati perché ci sono anche altre minoranze, gli sciiti, gli yazidi. Minoranze che sono fuggite in Kurdistan. E' una cosa terribile".
Ignace Joseph III Younan,
patriarca della chiesa cattolica sira

*** "Siamo sorpresi dal silenzio dei leader musulmani, e chiediamo a chi finanzia o sostiene i miliziani jihadisti e lo Stato islamico di fermarsi. Ciò che accade a Mosul è un crimine di guerra".
Ignace Ephrem Karim,
patriarca siro-ortodosso di Antiochia

*** "Noi cristiani amiamo i musulmani e li consideriamo fratelli, ma essi devono fare lo stesso. Siamo tutti uguali in dignità, tutti cittadini dello stesso Paese. Dobbiamo unirci per creare un nuovo Iraq. Grazie a tutti voi, c'è ancora una speranza. E' una vergogna e un crimine cacciare persone innocenti dalle proprie case e confiscare le loro proprietà perché diversi, perché cristiani. Il mondo intero deve ribellarsi contro queste azioni abominevoli".
Raphaël Louis I Sako,
patriarca di Babilonia dei caldei

*** "Gli iracheni vogliono rimanere nella loro terra. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci riceva, ma soprattutto abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti a rimanere a casa nostra. Aiutateci a combattere il terrorismo qui, a mettere fine alla corsa alle armi che porta beneficio solo a questi gruppi. Questo sarebbe uno sforzo importante, meglio che trasformarci tutti in rifugiati o dirci che ci siete vicini e ci aiutate".
Gregorio III Laham,
patriarca di Antiochia dei Melchiti

*** "Momenti terribili. Paura, confusione, stress, lacrime… ma sempre, sempre, sempre alla fine dei racconti, la lode a Dio che sgorga fidata e profonda: ciò semplifica il nostro compito e permette un ritorno sempre più efficace del lavoro di Dio. Poiché gli abitanti di Gaza hanno un'edificante capacità di rimettere tutto e di abbandonarsi completamente alla Provvidenza divina. Se potessimo imparare un po' da loro! Ascoltando entrambe le parti coinvolte in questa guerra ridicola, sembra che a vincere o a perdere non sia nessuno. La realtà è che tutti perderanno la guerra e tutti pagheranno le conseguenze della cecità e della malvagità. Che Dio illumini le menti dei governanti e cambi i loro cuori. In attesa della benedizione di una pace duratura e stabile, ci raccomandiamo alle vostre preghiere".
Padre Jorge Hernandez,
parroco di Gaza City

*** "Noi moriremo tutti insieme, o continueremo a vivere tutti insieme con dignità". Massoud Barzani, Presidente della Regione autonoma del Kurdistan iracheno

*** "I miliziani dell'Isis hanno abbattuto la statua della Vergine Maria che si trovava sul cortile della chiesa dell'Immacolata dei caldei assieme a tutte le altre statue e sculture della città in quanto la rappresentazione di esseri viventi è contraria alla sharia islamica". Emile Shamoun Nona, vescovo caldeo di Mosul

*** "Pensando oggi alla situazione in Iraq, Siria e Gaza-Palestina, il mio cuore sanguina per gli innocenti che muoiono o che sono scacciati dalle loro case; e sono triste per la timidezza del mondo civilizzato verso di noi. Caro Padre [card. Barbarin, ndr], il vostro coraggio, la preghiera e la prossimità di coloro che sono attorno a voi in questa marcia di solidarietà, mantiene in noi la fiducia e la forza di sperare. Il cristianesimo d'oriente non deve scomparire. La sua sparizione è un peccato mortale e una grande perdita per la chiesa e l'umanità intera. Esso deve sopravvivere o meglio vivere in libertà e dignità". Raphaël Louis I Sako, patriarca di Babilonia dei caldei

*** "Ciò che sta accadendo in Iraq conferma che l'islam non è mai cambiato. Non siamo sorpresi dai comportamenti dei musulmani, eppure riponiamo le nostre speranze su quei fratelli che non condividono tali atteggiamenti".
George Saliba, patriarca siro-ortodosso del Libano

*** "Che ne dicono i musulmani moderati di quanto accade in Iraq? Fino a oggi non si sono levate voci di denuncia".
card. Béchara Boutros Raï, patriarca di Antiochia dei Maroniti

*** "Chiediamo alla comunità internazionale di essere fedele ai principi dei diritti umani, della libertà religiosa, della libertà della coscienza. Noi siamo in Iraq, in Siria e in Libano: noi cristiani non siamo stati importati, siamo qui da millenni e, quindi, noi abbiamo il diritto di essere trattati come esseri umani e cittadini di questi paesi. Ci perseguitano nel nome della loro religione e non fanno solamente minacce ma eseguono le loro minacce: bruciano e uccidono".
Ignace Joseph III Younan, patriarca della chiesa cattolica sira

*** "Sto seguendo con viva preoccupazione gli avvenimenti di questi ultimi giorni in Iraq. Invito tutti voi ad unirvi alla mia preghiera per la cara nazione irachena, soprattutto per le vittime e per chi soffre maggiormente le conseguenze dell'accrescersi della violenza, in particolare per le molte persone, tra cui tanti cristiani, che hanno dovuto lasciare la propria casa. Auspico per tutta la popolazione la sicurezza e la pace ed un futuro di riconciliazione e di giustizia dove tutti gli iracheni, qualunque sia la loro appartenenza religiosa, possano costruire insieme la loro patria, facendone un modello di convivenza. Preghiamo la Madonna, tutti insieme per il popolo iracheno".
Papa Francesco, Angelus del 15 giugno

*** "Un danno gravissimo. Una macchia indelebile nella storia dell'umanità. La situazione sta peggiorando. I diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio, che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio. Hanno costretto i cristiani ad abbandonare la città che perde così la sua presenza più antica, millenaria, e questo nel silenzio del mondo". mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare caldeo di Baghdad

*** "Siamo qui per pregare per Gaza, per la Palestina, per l'Iraq, per la Siria, per l'Egitto e per la Libia. Preghiamo ogni giorno, abbiamo fiducia che il Padre Nostro che è nei cieli sente la nostra voce e vede tutto quello che sta succedendo". Maroun Lahham, vicario patriarcale per la Giordania del patriarcato Latino di Gerusalemme

*** "Il mondo arabo ha bisogno del Vangelo e dei suoi insegnamenti: quelli dell'amore, della fraternità, della pace, del perdono e della riconciliazione. In questi tempi noi viviamo sfortunatamente in una cultura contraria agli insegnamenti di Dio. Guerra, violenza, terrorismo, omicidi e odio. Ma davanti a ciò, non possiamo rimanere nell'inerzia. Al contrario noi dobbiamo aumentare le nostre attività e accrescere la nostra speranza. Noi dobbiamo ricordare a tutti che i cristiani sono qui per diffondere la cultura della Bibbia. Non esiste una primavera araba senza una primavera cristiana".
card. Béchara Boutros Raï, patriarca di Antiochia dei Maroniti

*** "Giona è stato inghiottito dalla balena, ma ne è uscito sano e salvo. Come lui, Mosul uscirà sana e salva da questa guerra". Raphaël Louis I Sako, patriarca di Babilonia dei caldei

*** "[Quanto accade a Mosul] è una spregevole bestemmia contro il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. Il grande silenzio della comunità internazionale dinanzi a questa croce è uno scandalo". Dichiarazione delle chiese d'Austria

*** "Vi faccio una promessa: ogni giorno dirò il Padre nostro in aramaico, fino al giorno in cui voi potrete rientrare a Mosul". card. Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione

*** "C'erano persone in questa chiesa, quando centinaia di questi islamisti hanno sferrato l'attacco uccidendo otto persone. Hanno attaccato questa chiesa con l'intenzione di uccidere centinaia di persone".
padre Patrick Tor Alumuku, arcidiocesi di Abuja (Nigeria)
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Gli islamisti uccidono i cristiani, ma noi prima li abbiamo resi invisibili
Ora i vescovi d'Europa alzano la voce contro la "feroce persecuzione"
Cardinali e patriarchi tristi per l'indifferenza verso i martiri cristiani
L'appello alle armi del patriarca caldeo.

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[[PERCHé, I FARISEI USURAI ILLUMINATI FMI SPA ONU GMOS, per: CRIMINI SHARIAH AMNESTY NAZISMO UMMAH CALIFFATO: HANNO RESO INEVITABILE, IL GENOCIDIO DI TUTTI I MUSULMANI DEL MONDO! PERCHé DIVERSAMENTE, COMUNQUE, IL LORO REGNO DI SATANA: NON POTREBBE MAI SORGERE SUL MONDO: se Israele non viene disintegrato!]]
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[Socci e i cristiani perseguitati, le colpe dell'occidente distratto] di Maurizio Crippa | 30 Luglio 2014. Antonio Socci. Antonio Socci sarà domani alla veglia del Foglio per Israele e i cristiani perseguitati. Porterà la sua testimonianza di giornalista cattolico che al dramma immane, anche numericamente, dei cristiani in molti quadranti del mondo, dall'Asia all'Africa, si dedica da molto tempo. E che spesso ha anche denunciato lo "scandalo" aggiuntivo, ma per nulla minore, del disinteresse occidentale e persino della stessa chiesa per la loro sorte. "Lo scrissi in un libro del 2002, 'I nuovi perseguitati'. Già allora, studiando i dati mi colpì la sproporzione tra il fenomeno enorme e il nostro disinteresse: milioni di cristiani rischiano la vita ogni giorno, 160 mila vittime all'anno in America latina, Nordafrica, paesi arabi e Asia. Quel libro almeno contribuì ad accendere un interesse in Italia tra vari intellettuali laici, che da allora resiste. Ma in generale siamo proprio noi occidentali a disinteressarci.
ARTICOLI CORRELATI Il Vaticano, i martiri, l'addio alle armi La guerra dopo la guerra Morire per Cristo a Ninive? Sì, ma non senza lottare, dice il patriarca E il motivo c'è: i cristiani non fanno notizia, anzi la loro persecuzione non interessa nessuno, fino a essere in qualche modo tollerata, giustificata. Faccio un esempio: abbiamo celebrato tutti e con ottimi motivi Nelson Mandela, la sua lunga carcerazione, ecc. Ma chi dice, o almeno sa, che in Cina ci sono vescovi cattolici in carcere da oltre 40 anni, di cui ignoriamo pure i nomi? Quelli non fanno notizia, non fanno numero". E' una conseguenza del "laicismo" occidentale? Non solo. "Anche i cristiani non hanno coscienza, educazione su questo. Pensa che il libro più bello sulle persecuzioni dei cristiani l'ha fatto un ebreo americano anni fa, Michael Horowitz, 'Il loro sangue grida'. Ma basterebbe pensare al Sudan, il più grande stato dell'Africa, dove in vent'anni ci sono stati due milioni di morti tra i cristiani, non se ne occupava nessuno". Insomma, non è solo colpa del nuovo "Califfato" in Iraq, o del conflitto mediorientale… "Chiaro, quello che avviene ora, e anzi da parecchi anni a questa parte, dall'Isis a Boko Haram, è l'esplodere di un integralismo dell'islam che in forma così violenta non era esistito negli ultimi secoli.
Va al di là di ogni ragione. Una religione che pretende di poter esserci solo lei, negando il diritto di esistenza a tutto ciò che è diverso, facendone il proprio programma è una cosa inaudita. Allo stesso tempo, torno a dire c'è stata, c'è ancora, troppa distrazione, figlia di un pregiudizio anticristiano. Ricordiamoci il caso di Sakineh in Iran, che era stata condannata per adulterio. Lì ci fu una campagna mondiale, ma in fondo solo perché si toccava il tema della libertà sessuale della persona in chiave 'occidentale'. Ma di Asia Bibi che è in carcere da anni solo perché è cristiana, solo per la sua fede? Abbiamo visto forse le stesse campagne mediatiche?". Ogni tanto, la politica qualcosa la fa, però? "E' vero, io ho ringraziato pubblicamente Cameron e Renzi per quanto hanno fatto per Meriam, la ragazza sudanese condannata per la sua fede. Ma credimi, c'è chi mi ha rimproverato dicendo che l'avevano fatto per ritorno mediatico. E io dico: ben venga lo stesso, ma ti pare? Angela Merkel ha avuto il coraggio di dire: 'I cristiani sono il gruppo umano più perseguitato nel mondo'. Ben venga, speriamo".
Vittorio Ammannato • 14 ore fa

Leggo nell'articolo di Meotti del 6/11/2014:

"Quante le vittime? Il Center for the Study of Global Christianity riporta la stima media di centomila cristiani uccisi ogni anno per la loro fede lungo l'ultimo decennio"........."Le ong denunciano: "Muoiono cinque cristiani al minuto".....

Quanto riportato nell'articolo è agghiacciante e lascia senza parole, a prescindere dalle dimensioni riportate: ma come fanno le ong a calcolare la media a minuto (... 5 cristiani al minuto...), mentre il Center for the Study of Global Christianity stima una media di 100.000 all'anno? Mi sembra che dividendo 100.000 (uccisi) per il numero dei minuti in un anno (365x24x60=525.600 minuti primi) dia un risultato di 0,190258....! Se si "quantifica" e si "sottotitola" un fenomeno comunque rivoltante anche se trattasse di una sola vittima sarebbe meglio non offrire il fianco a possibili e "strumentali" accuse di esagerazioni propagandistiche; o forse sbaglio io a fare il controllo del calcolo.....?
Grazie comunque per le denunce di quanto sta accadendo, e da tempo, sotto gli occhi apparentemente distratti, per non dire altro.

Immagine Avatar, franco bolsi ]] Comprendo che gli israeliti non amino i cristiani. Il germe dell'antisemitismo fu sparso per secoli dalla cristianità causa "deicidio". Anche se in Israele mi risulta che la comunità ortodossa di Nazareth ha scelto di ottemperare agli obblighi
militari dello stato. La cristianità non ama ricordare l'antisemitismo che ha
fomentato e solo con GPII sono arrivate le scuse. Meglio tardi che mai.
Tuttavia la situazione dei cristiani è oggettivamente terrificante e si assiste
al loro sterminio da molti decenni a questa parte. La cosa grave è che il
Vaticano è totalmente assente e che le cancellerie occidentali scristianizzate,
come quella italiana, non fiatano mai. Resta il fatto che Israele è solo e che
l'Europa per volontà è anti giudaica e anticristiana. I mentecatti suicidi che
governano l'Europa recitano sempre la stessa litania: "Israele sicuro e stato
palestinese". Affermano questo perché non comprendono la natura del conflitto
che li circonda. La natura del conflitto con l'islam è escatologica da un lato
e dall'altro è una "banale" guerra di religione finanziata dagli stessi amici
arabi dell'occidente, come l'Arabia saudita. L'anticristianesimo degli europei,
per non parlare di tanti Giuda religiosi non è giustificabile, e ha creato le
premesse dello sterminio dei veri cristiani in Medio Oriente. Come l'antigiudaismo creò le premesse per la Shoah, l'anticristianesimo (dei cristiani) ha creato le condizioni dell'olocausto cristiano. Non c'è spazio nel mondo per ebrei e cristiani. In Medio Oriente e in Africa è un dato verificabile, qui in Europa siamo solo agli inizi e ben più di un segno è già visibile.
http://www.ilfoglio.it/articoli/v/119605/rubriche/cristiani-medio-oriente/antonio-socci-e-i-cristiani-perseguitati-le-colpe-dell-occidente-distratto-htm.htm
[Non pregate con chi vi decapita]
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[Scola e i cristiani perseguitati: "E' ora di scuotere la nostra fede tiepida"]
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[Quando il massacro non è sexy]
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[Sono i cristiani i più perseguitati nel mondo]
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[Difendere Israele dall'occidente]
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[Una veglia davanti al Foglio per Israele e i cristiani perseguitati]
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[La Cei batte un colpo: "Cristiani perseguitati, non si può più tacere"]
http://edintorni.net/related/service/redirect/?ac=ilfoglio&ch=1&rf=http%3A//www.ilfoglio.it/articoli/v/119729/blog/cristiani-medio-oriente/la-cei-batte-un-colpo-cristiani-perseguitati-non-si-pu-pi-tacere.htm
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Ora i vescovi d'Europa alzano la voce contro la "feroce persecuzione". di Matteo Matzuzzi | 01 Agosto 2014. L'Arcivescovo di Angelo Scola, "Questa persecuzione, più feroce di quella subita dai cristiani nell'epoca apostolica, deve provocare e scuotere tutti noi che a Milano, in Italia e in occidente crediamo troppo tiepidamente e siamo poco coraggiosi nell'impegnare la vita seriamente sul Vangelo, pagando almeno quel minimo prezzo necessario per vivere la fede con coerenza". Dopo i cardinali arcivescovi di Lione e Vienna, Philippe Barbarin e Christoph Schönborn, sull'esodo dei cristiani da Mosul, cacciati dalle proprie case dagli sgherri del califfo al Baghdadi, a prendere posizione è Angelo Scola, arcivescovo di Milano.
ARTICOLI CORRELATI #israelunderattack N come nazara Scola e i cristiani perseguitati: "E' ora di scuotere la nostra fede tiepida" Parla di "un calvario passato sotto silenzio", il cardinale, che esprime "il dolore e la preoccupazione per le condizioni di violenza cui sono sottoposti i cristiani che vivono a pochi chilometri da noi, appena al di là del Mediterraneo, nell'indifferenza pressoché generale. In troppi paesi del mondo – si legge nella nota diffusa ieri dalla curia arcivescovile – professare la fede in Gesù Cristo significa mettere a repentaglio la vita, quella della propria famiglia e condannarsi a essere considerati cittadini di rango inferiore". Necessario, dunque, che "ciascuno si impegni nell'aiuto concreto per i loro bisogni e alzi la propria voce presso le Istituzioni deputate affinché facciano quanto è in loro potere per intervenire a porre fine al calvario che da troppo tempo i cristiani stanno vivendo nella regione mediterranea". E la mobilitazione arriva fino nella laica e secolarizzata Scandinavia: il vescovo di Stoccolma, Anders Arborellius ha deciso di aprire ininterrottamente per tredici ore la chiesa di Sant'Eugenia a Stoccolma per una veglia di preghiera dedicata ai cristiani del vicino e medio oriente.
"Oltre alla preghiera, è fondamentale dimostrare solidarietà e sostegno attraverso progetti di servizio e sollecitare l'opinione pubblica a cercare di influenzare chi detiene il potere perché si impegni per i cristiani perseguitati", ha spiegato secondo quanto riportato dall'agenzia Servizio informazione religiosa (Sir). Anche la chiesa finlandese si è attivata, con le parrocchie invitate a organizzare adorazioni eucaristiche per ricordare le vittime delle guerre. "Profondamente colpiti e inorriditi dall'espulsione barbara delle minoranze religiose dall'Iraq" si sono detti ieri anche i vescovi svizzeri.
Il Vaticano, nel frattempo, ha messo in campo i suoi (potenti) strumenti diplomatici, coordinati dal segretario di stato, il cardinale Pietro Parolin, e dal segretario per i Rapporti con gli stati, mons. Dominique Mamberti. Alle ambasciate accreditate presso la Santa Sede è stata inviata una lunga "nota verbale" in cui si ricapitolano tutti i più recenti interventi del Papa sulle crisi in atto nel vicino e medio oriente, Iraq in testa. L'obiettivo, ha aggiunto alla Radio Vaticana mons. Mamberti, è che gli ambasciatori facciano presente ai rispettivi governi la posizione di Francesco e della Santa Sede, con l'auspicio che "la comunità internazionale prenda a cuore la questione, giacché sono in gioco princìpi fondamentali per la dignità umana, il rispetto dei diritti di ogni persona, per una convivenza pacifica e armoniosa delle persone e dei popoli". Per la prima volta, ha ricordato il diplomatico vaticano, "a Mosul non si è potuta celebrare la santa messa la domenica" e solo in quella città "circa trenta chiese e monasteri sono stati occupati e danneggiati dagli estremisti, e la croce è stata tolta".
Molto meno diplomatico s'è mostrato il patriarca siro-ortodosso del Libano, George Saliba, intervenuto sulle frequenze d'una radio locale: "Ciò che sta accadendo in Iraq è una cosa strana, ma è normale per i musulmani, visto che essi non hanno mai trattato bene i cristiani. Hanno sempre tenuto un comportamento offensivo e infamante contro i cristiani". "Noi siamo abituati a vivere e coesistere con i musulmani, ma loro hanno mostrato i canini. Sono nemici di Cristo. L'islam non è mai cambiato, i musulmani sono stati abituati a trattare male i cristiani. Non siamo sorpresi dai loro comportamenti, eppure riponiamo le nostre speranze su quei fratelli musulmani che non condividono tali atteggiamenti, benché siano una minoranza". http://www.ilfoglio.it/articoli/v/119675/rubriche/cristiani-medio-oriente/ora-i-vescovi-europa-alzano-la-voce-contro-feroce-persecuzione.htm
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[[PERCHé, I FARISEI USURAI ILLUMINATI FMI SPA ONU GMOS, per: CRIMINI SHARIAH AMNESTY NAZISMO UMMAH CALIFFATO: HANNO RESO INEVITABILE, IL GENOCIDIO DI TUTTI I MUSULMANI DEL MONDO! PERCHé DIVERSAMENTE, COMUNQUE, IL LORO REGNO DI SATANA: NON POTREBBE MAI SORGERE SUL MONDO: se Israele non viene disintegrato!]]
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Nel punto cieco dell'occidente, Il liberal John Allen decifra la "guerra globale contro i cristiani". Nonostante i 100 mila morti all'anno, resta "il segreto meglio conservato al mondo". Perché non vogliamo sentir parlare di questi paria?
http://static.ilfoglio.it/redazione/articoli/old/2/2013/10/94720/R600x__Schermata%202013-10-25%20a%2020_47_05.png
di Giulio Meotti | 26 Ottobre 2013. Alcuni giorni fa il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo si è recato a Nis, nel sud della Serbia, assieme ai rappresentanti cattolici, per una solenne cerimonia in occasione dei 1.700 anni trascorsi dall'Editto di Milano. A Nis nacque l'imperatore Costantino, che nel 313 d. C. emanò il documento che pose fine alle persecuzioni dei cristiani e segnò l'inizio della tolleranza religiosa moderna. Un documento che Bartolomeo ha definito "una svolta nella storia dell'umanità". La cerimonia di Nis è stata scelta anche per denunciare l'"epurazione" dei cristiani del medio oriente.
Dopo il trentennio 1921-1950 dei gulag sovietici, dopo le persecuzioni del clero da parte dei nazisti, dopo la guerra civile spagnola, oggi stiamo assistendo all'ultimo capitolo della "Global war on Christians" (Random House), la nuova guerra globale contro la cristianità. E' questo il titolo del nuovo libro di John Allen, il più noto vaticanista americano e commentatore sui media globali. Il libro del liberal Allen ha numerosi meriti. Il primo è quello di sfatare il mito regionalista degli eccidi cristiani, ovvero l'idea che siano morti legate a conflitti locali, senza cause religiose. Si tratta, scrive Allen, di un "conflitto globale" e soprattutto di "odium fidei", di morti per odio della fede.
Secondo Allen, "la persecuzione dei cristiani è la storia religiosa più drammatica di questo inizio XXI secolo. I cristiani sono senza dubbio il gruppo religioso più perseguitato del pianeta". Una tesi confermata dalle ong che si occupano di minoranze. "La cristianità rischia di essere spazzata via in alcuni paesi", dichiara il rapporto uscito questa settimana per Aiuto alla chiesa che soffre, organizzazione di riferimento del Vaticano sulla persecuzione delle minoranze. "Oppressione ed esodo minacciano lo status del cristianesimo come religione mondiale".
John Allen cita i numeri del demografo Todd Johnson, secondo il quale dal 2000 a oggi, ogni anno ci sono stati in media centomila morti cristiani. Secondo il centro per lo studio del cristianesimo del Gordon- Conwell Theological Seminary nel Massachusetts, ogni ora undici cristiani vengono uccisi in qualche parte nel mondo per la loro identità. "Il mondo sta assistendo alla nascita di una nuova generazione di martiri cristiani", spiega Allen. "La carneficina in corso su vasta scala è tale che essa rappresenta non solo la più drammatica storia cristiana del nostro tempo, ma forse la principale sfida ai diritti umani".
Oltre a enucleare lo sterminio per fede dei cristiani, Allen indica un paradosso. "Immaginate se i corrispondenti di guerra alla fine del 1944 avessero raccontato la battaglia delle Ardenne senza spiegare che si trattava di un punto di svolta nella Seconda guerra mondiale. O se i giornalisti economici avessero raccontato il tracollo di Aig nel 2008 senza dire che ha sollevato domande sui derivati e sui mutui sub-prime e che poteva presagire una grande implosione finanziaria? La maggior parte delle persone direbbe che i giornalisti non sono riusciti a fornire il giusto contesto per comprendere la notizia. Eppure, questo è ciò che abitualmente i media fanno quando si tratta di persecuzione contro i cristiani in tutto il mondo. Per questo la guerra globale contro i cristiani resta la più grande storia mai raccontata dei primi anni del XXI secolo". Secondo la Società internazionale per i diritti umani, un osservatorio laico con sede a Francoforte, "l'ottanta per cento di tutti gli atti di discriminazione religiosa nel mondo oggi sono diretti contro i cristiani".
L'occidente non vuole sentir parlare di questi paria, sforzandosi quasi di espiare il proprio passato coloniale. L'idea del libro ad Allen è venuta da una conversazione con il cardinale americano Timothy Dolan, in cui il prelato americano disse che i cristiani "devono imparare a raccontare le loro storie" di persecuzione, come "la letteratura dell'Olocausto". Già nel 1997, l'autore americano Paul Marshall ha scritto che la persecuzione contro i cristiani è stata "quasi del tutto ignorata dal mondo". Da allora gruppi di pressione e organizzazioni di soccorso sono emerse e si battono per i cristiani, e di tanto in tanto la persecuzione anticristiana finisce sulla copertina dell'Economist o del Time. "Ma nel complesso, la guerra ai cristiani resta il segreto meglio conservato al mondo", scrive Allen. Dove nasce questa congiura del silenzio?
L'ostilità laicista
"Nell'ambiente laico diversi fattori si intersecano a spiegare l'indifferenza verso la persecuzione globale dei cristiani. In primo luogo, i laicisti sono sorprendentemente ignoranti su argomenti religiosi. C'è poi una ostilità verso il cristianesimo, inclini a vederlo come un agente di repressione, non la sua vittima. A evocare la 'persecuzione religiosa' convengono le immagini delle Crociate, dell'Inquisizione, delle guerre di religione, di Bruno e Savonarola, dei processi alle streghe di Salem. E' l'ora per il pensiero laico di superare 'Il Codice da Vinci'". Ma il vero motivo è ancora più profondo, dice Allen, ovvero la persecuzione anticristiana "cade esattamente nel punto cieco dell'occidente". Le vittime sono "troppo cristiane" per eccitare la compassione di sinistra, "troppo straniere" per interessare alla destra. "I liberal celebrano i martiri dei regimi di destra in America latina, ma non sono disposti a riconoscere la realtà di odio anticristiano nella Striscia di Gaza controllata da Hamas, o il modo in cui regimi di sinistra fanno spesso dei cristiani i loro primi obiettivi", scrive Allen.
Non è soltanto l'islam, infatti, ad aver dichiarato guerra alla croce (espressione che l'ecumenico Allen non usa ma insinua fra le pagine). La comunista Corea del nord è il luogo più pericoloso al mondo per un cristiano, dove circa un quarto dei quattrocentomila cristiani del paese si ritiene viva in campi di lavoro forzato per il loro rifiuto di aderire al culto nazionale del fondatore Kim Il-sung. Dal momento dell'armistizio nel 1953, che ha diviso la penisola coreana, circa 300 mila cristiani in Corea del nord sono scomparsi e sono presumibilmente morti.
In medio oriente la Siria è l'odierna capitale dell'eccidio cristiano. A Maalula, dove ancora si parla la lingua aramaica di Gesù, si sono appena registrati tre martiri. Gli islamisti hanno intimato a tutti i presenti cattolici in una casa di convertirsi alla religione di Maometto, pena la morte. Sarkis el Zakhm ha risposto ai terroristi: "Sono cristiano e se volete uccidermi perché sono cristiano, fatelo". Il giovane è stato ucciso a sangue freddo, con gli altri due. E mentre secondo l'organizzazione Open Doors "se le cose continuano così nel 2020 in Iraq non rimarrà neanche un cristiano", in Egitto le campane delle antiche chiese di Minya sono rimaste mute per la prima volta in duemila anni. Lo ha ben detto Peter Bergen alcuni giorni fa sulla Cnn: "Ci sono stati cristiani in medio oriente dai tempi di Gesù. Ora quella storia vecchia duemila anni è in pericolo".
Quelli dei nuovi martiri appaiono come volti perduti, volti acefali, senza crocifissione, senza stigmate, sono comparse in modo vago e breve sulla stampa italiana e internazionale, inquinati dalla faciloneria giornalistica, annullati dal secolarismo iconoclastico, vittime di una guerra combattuta a fari spenti dall'internazionale islamista, vittime di una persecuzione globale e amorfa, ma per questo non meno mostruosa.
http://www.ilfoglio.it/articoli/v/94720/rubriche/nel-punto-cieco-delloccidente.htm
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Quando il potere forte è gay [[ IN NESSUN MODO, IL MATRIMONIO CHE è UN DIRITTO NATURALE, POTREBBE MAI DIVENTARE UN DIRITTO CIVILE PER GAY: MAI UNA PERVERSIONE SESSUALE POTREBBE ESSERE IL SIMBOLO UFFICIALE DELL'AMORE! ]] Tim Cook è un manager da sballo che decide di dirsi gay per aiutare gli altri. Encomiabile. Poi ci sono i problemi. La gay culture pretende di eguagliare ciò che è diverso, e in questo è prepotente e minacciosa. di Giuliano Ferrara | 01 Novembre 2014
Tim Cook è quello dello smartphone, del tablet, dell'airbook e di tutte le utili diavolerie che amiamo usare, perfino quando non le incensiamo o cerchiamo di non rendercene schiavi. E' grande amico e sodale del capo di Goldman Sachs, il re di Wall Street, Lloyd Blankfein. E' un potere forte, anzi fortissimo, con aspetti anche controversi quanto alla gestione della – scusate il vecchio termine classista – "forza di lavoro" (nel formichiere asiatico se la passano così e così, i suoi dipendenti). E' un potere ideologico, erede dell'impronta perfino religiosa o addirittura messianica che il suo predecessore Steve Jobs diede alla fame di vita di nuove generazioni di esseri umani che sono anche e sopra tutto, dato il loro ambiente di lavoro e di produzione, dato il core business, nuove generazioni di consumatori. Tim ha i ritratti di Luther King e di Robert Kennedy, come da noi più modestamente Walter Veltroni, appesi al posto d'onore sui muri del suo ufficio. Tim è americano fin nel midollo e parla la lingua del sogno e della città in cima alla collina, un faro delle libertà umane. Tim è gay, è omosessuale. Lo sapevano tutti, ma Tim ha deciso di dirlo apertamente in una occasione retorica solenne. E' stata una lectio magistralis, è un manifesto il suo discorso, il suo coming out.
ARTICOLI CORRELATI Basta ipocrisie: Mogavero usa le parole di un attivista lgbt, non di un vescovo cattolico. Giuliano Ferrara a Ballarò La minoranza egemone Le conseguenza del coming out di Tim Cook Il mondo è a rumore. Grande risonanza, ha detto solidale, ammirato, incantato, il capo di Goldman Sachs. Il filo ideologico del discorso è semplice e in tutti i media mondiali ha fulminato l'immaginazione collettiva. "A me che sono nato in Alabama, luogo di arretratezza e discriminazione per eccellenza, Dio ha fatto tra altri anche il regalo, uno dei più grandi, di essere gay; per questo ho potuto avere empatia per le minoranze, tutte, e per chi è discriminato in nome della sua diversità. E ora – conclude Tim – esco allo scoperto perché la mia privacy è meno importante della mia vocazione ad aiutare altri che soffrono, che si chiudono nel loro altrove sessuale rispetto agli standard maggioritari: hanno diritto al mio aiuto". Non è magico? Non è perfetto? Non è una grandissima figata? Non è so american? Sì e no, diciamo noi.
E' bello che un potere forte, impersonato da un manager che sta in cima alla classifica dei ricchi e famosi, e mostra libri dei conti aziendali da record ogni anno, si pieghi su un aspetto sofferente della condizione umana ovvero il senso di esclusione e di frustrazione sentito da tanti che provano l'amore che non osava dire il suo nome ancora venti, trent'anni fa. E' bello che ci venga ricordata l'inciviltà della paura del sesso contro natura, l'omofobia. E' bello che tutto questo venga fatto per proteggere la diversità sessuale e insieme per esigere la perfetta eguaglianza di tutti gli esseri creati da Dio di fronte al diritto e alla cultura. Non bello. Bellissimo.
Poi arrivano problemi seri. La differenza cardine della condizione umana non è la diversità degli orientamenti sessuali, una variante importante e anche feconda in certi casi ma caduca, legata alla cultura, allo spirito di ogni tempo in forma differenziata, variante che oggi aspira giustamente alla libertà di dirsi come si è anche con orgoglio, di riconoscersi e abbattere muri di incomprensione e inimicizia fatti di pregiudizi. La differenza cardinale è quella tra uomo e donna o tra maschio e femmina. Chiedo scusa ai vescovi Bruno Forte e Mogavero, cookiani dell'ultima ora, ma questa è la differenza intorno a cui gira il mondo nei secoli dei secoli, a partire dalla procreazione non come scelta ingegneristica ma come atto d'amore fertile. E a questa differenza o diversità sono legati il matrimonio e i figli, almeno nell'occidente cristiano e nella stragrande maggioranza delle civilizzazioni antropiche. Qui Tim, sostenitore dei matrimoni gay e dell'eguaglianza anche delle funzioni parentali, toppa. O meglio confonde amore, piacere, gratificazione spirituale con concetti desueti ma ancora solidi come famiglia, educazione di figli maschi e femmine, attesa del frutto del matrimonio tra uomo e donna, tra donna e uomo se preferite. Tim e quelli che la pensano come lui qui toppano non per ragioni di dottrina, ma per ragioni di logica e di cultura stringenti. Ragioni che anche Luther King e Robert Kennedy, famosi "puttanieri" oltre che icone della giustizia per tutti, hanno creduto giuste nella loro epoca, magari facendo leva sui loro pregiudizi capaci di generare sogni e incubi. La gay culture va criticata perché eguaglia ciò che è differente, perché omologa intollerabilmente ciò che creaturalmente, e non dico biblicamente se no incorro nella scomunica, è altro da sé, et pour cause. La libertà di essere omosessuali e di definirsi anche gay è una conquista preziosa, per motivi che non sto nemmeno a richiamare tanto sono chiari di per sé, ma è una minaccia culturale, una prepotente minaccia di marketing che ora è approdata all'altezza dei poteri forti, quando diventa eguaglianza come moralismo sentimentale e diritto come desiderio. Let different human beeings be different.
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APPELLO GAY DEL FOGLIO [[ IN NESSUN MODO, IL MATRIMONIO CHE è UN DIRITTO NATURALE, POTREBBE MAI DIVENTARE UN DIRITTO CIVILE PER GAY: MAI UNA PERVERSIONE SESSUALE POTREBBE ESSERE IL SIMBOLO UFFICIALE DELL'AMORE! ]] Piantatela di rifilare ai gay e al mondo la storiella del matrimonio omosessuale come questione giuridica. E' una critica devastatrice, ideologica, del matrimonio in sé. Legittima, ma solo se non dissimulata.
di Giuliano Ferrara | 17 Luglio 2012. Questo è un appello gay. Gli omosessuali non meritano nella bella e intelligente Italia cattolica di essere oggetto e soggetto di un inganno ideologico. Le persone serie, e il nostro amico Adriano Sofri è il primo della lista non molto affollata, devono smettere di dire e scrivere che le nozze gay sono una questione di diritto eguale. Devono, a nostro modesto parere, finirla di alterare la realtà delle cose con l'abuso di un feticcio pseudo universalistico. Devono, a nostro sommesso avviso, riconoscere che quando si parli di matrimonio tra maschio e maschio, o tra femmina e femmina, di altro si tratta che non di un'equiparazione di diritto valida per tutti, en citoyen. E' l'errore o il peccato, tra i tanti, commesso da Zapatero in Spagna, quando in nome della modernizzazione laica della nazione retriva e cattofranchista, in un contesto rivelatosi un tantino avventurista di movida generale, stabilì che l'estensione del matrimonio tradizionale ai gay era un fatto di giustizia e di codice civile, tutti hanno diritto allo stesso trattamento in materia coniugale. Adriano e gli altri devono riconoscere, a nostro fallibile parere, che si tratta di una gran cazzata.
(Ovviamente non è rilevante per noi la questione del Partito democratico, delle sue divisioni e di altre contraddizioni in seno al popolo di sinistra. Il nostro giudizio sulla riedizione dell'Unione, luogo ambizioso e malfamato di non governo, già sperimentato con danni, è dato di fatto troppo evidente perché vi si debba strumentalmente aggiungere il dissenso non padroneggiato su una cosa molto importante, che travalica il chiasso dell'imminente campagna elettorale. A proposito: un saluto affettuoso a Rosy Bindi la cui nota aggressività trasuda una conoscenza dell'amore che Beppe Grillo, con il suo linguaggio da puttaniere di provincia, se la sogna).
Non perdo tempo a spiegare l'ovvio. Che per ragioni di eguaglianza giuridica di fronte alla legge si debba cambiare la natura tradizionale del matrimonio, una promessa di fedeltà e di amore tra uomo e donna in vista dell'educazione di eventuali figli generati, è cosa che fa imbizzarrire e adirare il più sereno e piano degli intelletti morali. Semplicemente non è vero, non può essere vero, e per ragioni così ovvie di differenza naturale tra l'una e l'altra esperienza d'amore e di convivenza che è perfino imbarazzante ricordarle nero su bianco. Diritti civili di una coppia che si definisce e si certifica per tale, quale che sia il sesso dei contraenti, sì, ovviamente (e con le cautele della legge eguale). Con scrittura privata registrata e validata pubblicamente, sì, ovviamente. Ma il matrimonio non c'entra, né come sacramento cristiano più o meno secolarizzato né come unione civile religiosamente benedetta nell'islam, né in alcuna altra forma della tradizione riverita e accettata per millenni.
Onestà e coraggio, forse anche decenza intellettuale, vogliono che si dica la verità. La verità è che si può desiderare la distruzione del matrimonio e della famiglia, una operazione già in parte riuscita con il divorzio e l'aborto e altri trucchi di confessionalismo pansessualista nati nella rivoluzione dei costumi e delle menti sprigionata dagli anni Sessanta. Non è vietato pensare che il matrimonio sia un'istituzione oppressiva nella sua forma data e circoscritta. O che la famiglia meriti di essere sostituita da forme comunitarie diverse dalla sua storica identità. Fino a prima delle nozze gay si è rivendicata la validità del matrimonio civile come derivazione sacramentale e culturale del matrimonio religioso, espressa magari in un diritto di famiglia moderno e compatibile con l'autonomia e la parità della donna, fino a ieri negata da un'impostazione patriarcale della famiglia. Ma il superamento ideologico e radicale di un segnacolo di civiltà educativa, questo ambizioso obliterare la testimonianza anche letteraria di una lingua dei sentimenti e della convivenza e della trasmissione di cultura educativa e della politica (sì, il matrimonio è anche un fatto politico) ha da essere dichiarata, motivata, argomentata in ogni dettaglio. E' una proposta rivoluzionaria, che soltanto una sciatteria pragmatica sempre ingannevole induce a mascherare sotto le mentite spoglie di una nuova, grande e moderna conquista illuminista, da ascrivere alla superiorità delle culture protestanti anglosassoni, che l'hanno generata e propagata.
Non crediate di essere progressisti, tra l'altro. Anche Dick Cheney, quello del waterboarding e di Guantanamo, un uomo di stato che noi rispettiamo per la funzione decisiva che ha svolto nella guerra contro i nemici dell'occidente, è dalla vostra parte. Ha una figlia lesbica, conosce da vicino teneramente le gioie di una passione e di una civile unione vissuta con consapevolezza adulta, dunque passa le linee e abbraccia le nozze gay. Lo fanno anche i libertari liberisti che privatizzerebbero anche il Papa. Noi rispettiamo chiunque sia omosessuale o si comporti da omosessuale e abbia voglia con sincerità di fissare legalmente in un matrimonio eguale la sua insindacabile diversità. Rispettiamo anche una donna che non ce la fa a generare il figlio o la figlia che ha concepito. Siamo il partito di Paola Bonzi, non di mastro Titta. Ma siamo irrevocabilmente contro l'aborto e la sordità morale che lo circonda, contro il matrimonio gay e la chiacchiera fintamente immoralistica, se non teneramente eticheggiante, che lo circonfonde.
Le varie commissioni e chi si assuma felicemente e liberamente la responsabilità della proposta ci spieghino, democratici o no, le ragioni vere. Paola Concia può rivendicare bensì il matrimonio come un diritto accettato in altri paesi e negato agli omosessuali italiani, ma ha il dovere della sincerità, può dire che lei e Riccarda sono la stessa cosa di Romeo e Giulietta, ma non l'identico di Maria e Giuseppe Rossi, coniugati. La conseguenza dell'amore non può essere, a meno che non la si teorizzi con una rivoluzione ciudadana alla Zapatero o alla Almodóvar, però con il gusto di una vera e santa polemica ideologica, non di una feticistica reductio ad unum del diritto eguale, la fine nel disdoro della menzogna di quel che resta del matrimonio. Fatevi avanti, voi che lavorate di sguincio.
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Politica per famiglie: [[ IN NESSUN MODO, IL MATRIMONIO CHE è UN DIRITTO NATURALE, POTREBBE MAI DIVENTARE UN DIRITTO CIVILE PER GAY: MAI UNA PERVERSIONE SESSUALE POTREBBE ESSERE IL SIMBOLO UFFICIALE DELL'AMORE! ]] Così le nozze gay dettano l'agenda in occidente. Ora entrano anche nella campagna elettorale italiana
di Nicoletta Tiliacos | 06 Febbraio 2013. Dalla Francia di Hollande alla Gran Bretagna di Cameron, dalla Germania della Merkel agli Stati Uniti di Obama (ormai deciso ad abbandonare al proprio destino quel Marriage Act che riserva il matrimonio a persone di sesso diverso), le nozze gay occupano sempre più l'agenda politica e il dibattito pubblico del mondo occidentale, mentre sono diventate già legge in Olanda, in Belgio, in Spagna, in Portogallo, in Canada, in Sudafrica, in Svezia, in Norvegia, in Danimarca, in Islanda e in Argentina, oltre che in nove stati americani.
Che l'Italia non possa rimanere indenne lo dimostrano, insieme con la domandina rituale in proposito rivolta ai candidati alle elezioni in ogni talk show, certe reazioni di entusiasmo alle dichiarazioni di monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, che lunedì ha parlato di tutela di diritti individuali all'interno delle coppie di fatto, etero e omosessuali. Sbaglierebbe, chi volesse forzargli la mano nel senso del riconoscimento delle coppie gay, perché Paglia ha parlato di "soluzioni di diritto privato e prospettive patrimoniali all'interno dell'attuale codice civile" e ha ribadito il no alle nozze omosessuali.
Ma sbaglierebbe anche chi non notasse una diversità di toni rispetto al presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco. Il quale, riferendosi domenica scorsa all'ormai prossima approvazione del "mariage gay" in Francia, aveva detto che ci troviamo "sull'orlo del baratro" e che "paesi europei che hanno ormai varato leggi sbagliate sulla vita, sulla famiglia, sulla libertà stanno dimostrando che non acquistano in termini di una civiltà più umana e solidale ma, semmai, più individualista e più regressiva". Qualsiasi cosa si pensi della marcia dei "nuovi diritti", se sia ineluttabile o meno la loro affermazione nella postmodernità, colpisce la tendenza ad alzare sempre più il tiro, là dove si è aperto alle unioni civili, trasformate in istituti riconosciuti dalla legge. In Italia, finora fedele alla sua eccezione, non ci sono unioni civili ma da sinistra si punta direttamente al matrimonio gay.
Non manca di sottolinearlo Nichi Vendola – che dice di veder dilagare a Roma l'omofobia, con il sindaco Alemanno che si offende – che chiede le nozze gay. Seguito, forse più per inerzia che per convinzione, da Ingroia e Grillo, mentre Bersani si attesta su un "modello tedesco" e rischia la figura del retrogrado. In Germania, la proposta dei Verdi di matrimonio gay è stata respinta nel luglio scorso dal Bundestag, ma la Spd ci riproverà. A fare la differenza è la possibilità di adozione, non prevista dall'unione registrata tra omosessuali (è però possibile adottare i figli naturali del partner).
In Gran Bretagna – dove, per inciso, nel 1967 esisteva ancora il reato di omosessualità – dal dicembre del 2005 il Civil Partnership Act riconosce alle coppie dello stesso sesso la possibilità di unione registrata, con diritti e tutele ricalcati su quelli matrimoniali, compresa la possibilità di adottare congiuntamente minori. La pubblicità vivente dell'istituto, che ora Cameron ritiene insufficiente e che vuole trasformare in matrimonio anche in barba a una parte del proprio stesso partito, è la popstar Elton John, che con il suo civil partner David Furnish ha appena presentato alla stampa il secondo bambino ottenuto da una madre surrogata californiana.
Appena un po' meno largo di manica è il Patto civile di solidarietà francese, che dal 1999 garantisce diritti civili e patrimoniali a coppie di uguale o di diverso sesso, ma non l'adozione (possibile per i singoli). Ed è il più famoso dei "pacsé" (o ex pacsé), il presidente François Hollande, ad aver trasformato la promessa elettorale del matrimonio gay con possibilità di adozione e, un domani, di procreazione medicalmente assistita, in una fiera battaglia politica che dovrebbe concludersi il 10 febbraio. I fatti dicono dunque che il riconoscimento delle unioni civili si trasforma spesso nel primo passo verso il matrimonio gay. Al cuore del problema non c'è dunque il semplice riconoscimento di diritti patrimoniali e civili, la possibilità di aver voce in capitolo se il partner è malato o di subentrare nell'affitto della casa comune e nemmeno l'omofobia evocata da Vendola. Il matrimonio, da istituto che garantisce i diritti dei figli nati all'interno della coppia – si è strutturato come legame tra un uomo e una donna perché solo un uomo e una donna possono procreare – sta diventando il luogo dove ottenere figli per via di tecnoscienza o di adozione è il modo per garantire la legittimazione delle coppie omosessuali. Anche in Italia, e soprattutto a sinistra, la partita sarà (è) su questo.
Leggi I Tory lasciano Cameron da solo a saldare il conto del matrimonio omosex di Paola Peduzzi
http://www.ilfoglio.it/articoli/v/97725/rubriche/cos-le-nozze-gay-dettano-lagenda-in-occidente.htm
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http://salon-voltaire.blogspot.it/2006/02/la-chiesa-non-serve-contro-lislam-fa.html. 08 febbraio, 2006
La Chiesa non serve contro l'Islam: fa sante le vittime, perdona i nemici, è femmina
Molti cristiani, e specialmente i cattolici, hanno idee sbagliate sul ruolo della loro religione in questa fase storica in cui l'Islam, che governa su popoli arretrati, e arretrati a causa dell'Islam, minaccia di far esplodere tutto il suo rozzo potenziale di fanatismo contro l'Occidente, insieme liberale e cristiano.
Ma qui, sùbito, si evidenzia il primo equivoco: che l'Occidente sia oggi cristiano è ininfluente nel confronto con l'Islam, anzi è controproducente. Perché è proprio la mentalità cristiana, specialmente cattolica, all'origine della nostra debolezza di italiani, europei e occidentali. Il Cristianesimo, la Religione Occidentale, non serve all'esercito contro l'Islam, perché è l'arma più spuntata che esista. E' una religione che fa santi i deboli, le vittime, i martiri, i perdenti, che non osanna una vittoria ma venera il Sacrificio, cioè una sconfitta (che altro è la Croce?), perché addirittura perdona i nemici e chi commette i delitti, perché infine contrasta il liberalismo, cioè l'approccio attivistico e laico alla vita, che da sempre è alla base del progresso umano, della scienza, delle nuove idee e della libertà. Quindi, inutile illudersi, la Chiesa cristiana non ci difenderà mai dai fondamentalisti islamici, anche perché essa stessa è rimasta fondamentalista nel suo intimo.
Ma, allora le Crociate? Ecco il secondo equivoco storico: quei vescovi che indossavano la corazza, quei prìncipi che si dicevano difensori del Santo Sepolcro, non erano veri cristiani, ma condottieri e avventurieri che oggi non esistono più, e se esistessero sarebbero sconfessati, perché ormai la Chiesa ha ritrovato le sue vere radici. Nell'Ottocento, grazie ai liberali che le hanno tolto ogni velleità terrena e politica di Stato tra gli Stati, e l'hanno forzata alla pura sfera spirituale, che è l'ambito che le compete.
Senonché, in questa nuova e antica veste, la Chiesa cristiana si scopre inadatta ad ogni reazione culturale e politica, perché la sua natura è debolissima, passiva, masochista, raffinata, femminile. Mentre l'Islam, non avendo mai trovato sul suo cammino una rivoluzione liberale, è rimasto quello che è sempre stato, cioè una "religione in armi". Ed è quindi l'esatto opposto della Chiesa cristiana: forte, attivo, sadico, rozzo, maschile. E infatti, le due forze asimmetriche non si fronteggiano. C'è solo l'Islam che sta attaccando l'Occidente liberale, non la Chiesa. Perché non le riconosce il ruolo e la forza di competitrice. Perché una cultura maschile come l'Islam pretende un avversario altrettanto maschile: l'Occidente liberale. E anche quando un esaltato sfuggito al controllo colpisce un religioso o un fedele cristiano, lo fa in realtà per colpire l'Occidente liberale.
E dunque anche un bambino capirebbe che in questa situazione di emergenza di fronte all'Islam, per quanto sia nostalgico e gratificante, è perdente puntare sul recupero della Cristianità, della Fede, dei Simboli cari alla nostra religione. Non è certo da lì che possono venire le nostre difese. A meno che non vogliamo ascendere a miglior gloria facendo i martiri. Vedete con che fatalismo inerte la Chiesa accoglie i suoi morti massacrati?
La Chiesa è perdente di fronte all'Islam, anzi ha già perso. E siamo noi, gli Stati laici e liberali, noi cittadini liberali che, anzi, senza saperlo, la stiamo difendendo. Con quel minimo di dignità e di forza che ci resta nelle vene grazie alle istituzioni e alle abitudini virtuose che i nostri antenati, più coraggiosi di noi, crearono.
Da qui dobbiamo ripartire per la difesa dell'Occidente. Dobbiamo attaccare e vincere come gli antichi Romani e i Liberali delle Grandi democrazie laiche che ne sono oggi gli eredi. Loro rappresentano, sì, la forza virile della Libertà. Altro che la mollezza femminea e prepotente della Chiesa. Ed è proprio qui, nella scelta della terapia, nella messa a punto della riscossa, che sbaglia, in parte, la Fallaci, che invece è così brava – da giornalista – nel fotografare la realtà e delineare la psicologia del mondo arabo e islamico. #Nico Valerio.
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IL DEMONIO USA FMI GMS A.I., OBAMA GENDER, NON POTREBBE MAI FARE: UN ACCORDO CON IL DIAVOLO SHARIAH NAZI ONU, CHE, NON POSSA ESSERE, anche, UN CRIMINE DI STERMINIO, CONTRO, ISRAELE! NON è POSSIBILE ESSERE ALLETI DELLA LEGA RABA, A NESUN TITOLO E PENSARE DI POTER SALVARE ISRELE, ED IL GENERE UMANO, DA TUTTO QUESTO!
TEL AVIV, 7 NOV - Ogni accordo con l'Iran riguardo una cooperazione con l'Isis "e' uno sbaglio a cui Israele si oppone". Cosi' il ministro degli esteri Avigdor Lieberman, citato dai media, ha commentato polemicamente la lettera segreta inviata di recente secondo il Wall Street Journal dal presidente Usa, Barack Obama, alla Guida Suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei: lettera in cui si sostiene la necessità d'una lotta comune di Washington e Teheran contro i jihadisti sunniti dell'Isis in Iraq e Siria.
http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2014/11/07/isis-israele-no-ad-alleanza-usa-iran_8faddca5-bdd6-42f5-8994-4ce8a56130f2.html
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non c'è una soluzione politica! TUTTI I MUSULMANI DEVONO ESSERE DEPORTATI BRUTALMENTE: IN SIRIA, E LA COLPA è: soltanto, DEL NAZISMO DELLA SHARIAH CALIFFATO LEGA ARaBA Ummah, CHE, UCCIDE 100.000 schiavi dhimmi CRISTIANI MARTIRI INNOCENTI,CON LA SUA MERDA RELIGIOSA ONU Amnesty! ] GERUSALEMME, 7 NOV - Un israeliano rimasto gravemente ferito nell'attentato di mercoledì è morto questa mattina, portando così a due il numero delle persone uccise dal giovane palestinese - poi a sua volta colpito a morte a indicato come un affiliato di Hamas - che aveva travolto un gruppo di passanti a Gerusalemme alla guida di un veicolo. Lo ha annunciato l'ospedale Hadassa. L'età e il nome della vittima non sono stati precisati. Secondo la radio militare israeliana era uno studente ebreo di 17 anni.
http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2014/11/07/attentato-gerusalemme-morti-salgono-a-2_ed6ea2db-0b93-42ca-b249-56587960f82a.html
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tutto il terrorismo criminale di USA, che, può dire impunemente ogni bugia, e commeter impunemente ogni crimine, perché la Merkel ha deciso di scannare personalmente tutti i popoli europei!
ROMA, 7 NOV - Più di 600 militari americani sono stati esposti ad agenti chimici in Iraq fin dal 2003, ma il Pentagono fallì nel riconoscere la portata dei casi segnalati o di offrire un adeguato monitoraggio e trattamento a coloro che erano stati esposti. Lo riferisce il New York Times che cita un funzionario della Difesa.
Egidio Cavallini Top Commentator Verona
proiettili all'uranio impoverito (come in kossovo per il quale sono morti molti soldati italiani), bombe al fosforo e chissà quali altre diavolerie.
Vincenzo Caracciolo Top Commentator Università degli Studi di Napoli Federico II
Intanto chi ne paga le spese sono questi ragazzi e i loro poveri figli.
http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2014/11/07/iraq-600-marines-esposti-agenti-chimici_da7ca05b-4662-4894-8373-1e6d7643b193.html
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http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2014/11/07/mo-mogherini-negoziato-o-sara-violenza_8e5c7472-b55c-4efe-ab5b-5d9a569e1348.html
TEL AVIV, 7 NOV - "Se non ci muoveremo a livello politico" per rianimare il negoziato israelo-palestinese, "torneremo alla violenza". Lo ha detto venerdì a Gerusalemme il nuovo capo della diplomazia Ue Federica Mogherini. Dopo aver incontrato il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman, Mogherini ha ribadito che "nuove costruzioni in Cisgiordania sono un ostacolo" alla pace. "C'è bisogno di un approccio regionale per il processo di pace. L'Ue è pronta a lavorare in questa direzione".
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Cinque condanne a morte sono state inflitte da un tribunale di Nairobi in relazione all'omicidio di mons. Luigi Locati, vicario apostolico della diocesi di Isiolo assassinato nel 2005. Della decisione ha riferito in una nota la procura del Kenya, scrivono l'agenzia Misna e l'Afp. Le condanne riguardano padre Guyo Waqo Malley, definito dai giudici il "pianificatore" dell'omicidio e i coimputati - musulmani - Mohammed Molu Bagajo, Adan Ibrahim Mohammed, Mahati Ali Halake e Diqa Wario Mohammed.6 novembre 2014
Kenya, cinque condanne a morte per l'assassinio di monsignor Luigi Locati
Pena capitale anche per un sacerdote, definito dai giudici il pianificatore dell'omicidio del vicario apostolico avvenuto il 14 luglio del 2005
15:59 - A nove anni dall'assassinio di monsignor Luigi Locati, vicario apostolico della diocesi di Isiolo, in Kenya, il Tribunale di Nairobi ha condannato a morte cinque persone, tra cui un sacerdote, padre Guyo Waqo Malley, definito dai giudici il "pianificatore" dell'omicidio. Pena di morte anche per i coimputati Mohammed Molu Bagajo, Adan Ibrahim Mohammed, Mahati Ali Halake e Diqa Wario Mohammed, di fede musulmana.
Monsignor Luigi Locati con Papa Benedetto XVI
Originario della provincia di Vercelli, monsignor Locati fu assassinato il 14 luglio del 2005. Era arrivato in Kenya all'inizio degli anni '60.
I cinque condannati avranno la possibilità di ricorrere in appello. La pena capitale è prevista dall'ordinamento giuridico del Kenya ma l'ultima condanna a morte è stata eseguita nel 1987.
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/africa/2014/11/06/kenya-vescovo-ucciso-a-morte-prete_3e9350d4-78cd-4ba6-bc47-c010adc34818.html
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6/11/2014. Cristiani arsi vivi, Tauran: intervenga la comunità internazionale. Cristiani in Pakistan. Il cardinale presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso parla a Radio Vaticana della barbara uccisione in Pakistan: «Si può rimanere così passivi di fronte a crimini dichiarati legittimi dalla religione?»
andrea tornielli. città del vaticano. «Sono scioccato di fronte ad un atto di tale barbarie...». Il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, interviene dai microfoni di Radio Vaticana per condannare l'uccisione di due giovani sposi cristiani, genitori di quattro figli, bruciati vivi in Pakistan da una folla inferocita perché ingiustamente accusati di blasfemia da un leader religioso musulmano.
«Sono scioccato, si rimane senza parole, ovviamente, di fronte ad un atto di tale barbarie - ha detto - Quello che è ancora più grave è che è stata invocata la religione, in modo specifico. Ora, una religione non può giustificare crimini di questo genere. Esiste questa legge sulla blasfemia, che rappresenta un problema: la comunità internazionale, non dovrebbe intervenire? Da un lato, ci sono certamente le convinzioni religiose che vanno rispettate, ma è necessario anche salvaguardare un minimo di umanità, di solidarietà. Credo pertanto che il dialogo si imponga: purtroppo, non lo si ripete mai abbastanza spesso. Più delicata è la situazione, tanto più si impone il dialogo».
Alla domanda se sia possibile chiedere un intervento dell'Onu, il porporato ha detto: «Io chiedo: si può rimanere così passivi di fronte a crimini dichiarati legittimi dalla religione?». Osservando poi che «dal 1990, anno in cui è stata introdotta la Legge sulla blasfemia, ci sono state circa 60 esecuzioni. E questa cosa non tocca soltanto i cristiani: sono colpite anche altre minoranze, come avvocati, oppositori al regime che sono stati uccisi in maniera barbara. Ci si trova quindi di fronte ad un grande problema».
La giornalista di Radio Vaticana, Hélène Destombes, ha ricordato che molti cristiani si trovano, attualmente, nei bracci della morte del Pakistan. Ha citato Asia Bibi, ma ce ne sono tanti altri. «Sì - ha risposto Tauran - ma al punto al quale siamo ora, non si può intervenire negli affari interni di uno Stato, ma almeno bisogna aiutare i responsabili della politica a trovare soluzioni degne dell'uomo e della civiltà».
Il cardinale ha anche detto di ritenere che la Chiesa locale «sia molto coraggiosa»: la Commissione della Giustizia e della Pace del Pakistan ha infatti reagito a questo dramma, denunciando una mancanza di volontà da parte della politica e affermando che questa situazione rende le minoranze ancora più vulnerabili. « Bisogna sostenerla - ha aggiunto - e soprattutto denunciare, denunciare vigorosamente che non c'è alcuna giustificazione a questo genere di cose. In fondo, viene umiliata l'umanità intera».
Alla domanda sulle denunce per la mancata reazione del governo e le possibili complicità da parte delle forze di polizia e dei tribunali, il cardinale ha affermato: «È certo che ci sia – incontestabilmente – una connivenza. A quale livello, questo non lo so. In ogni caso, sono dell'opinione che si debba denunciare pubblicamente questo tipo di atteggiamento, soprattutto perché i nostri cristiani percepiscano la solidarietà della Chiesa, che è la loro famiglia».
Tauran ha detto di sperare nella reazione dei leader musulmani: «Lo spero. Lo spero bene! Questo è quello che avevamo auspicato già nello scorso agosto… Questi crimini danno all'islam un'immagine terribile, molto negativa. Quindi, avrebbero tutto l'interesse a denunciare, e anche in maniera forte». E ha concluso dicendo: «Credo che siamo arrivati al parossismo, a quello che San Paolo definisce "il mistero dell'iniquità", cioè il male allo stato puro. Nemmeno gli animali si comportano in questo modo! Ci troviamo veramente in un'epoca di precarietà totale, in cui tutto può accadere, la persona umana non è rispettata, la vita non conta niente».
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se gli islamici tra di loro, non si possono digerire reciprocamente, poi, questo è tutto un crimine di sterminio per tutti i popoli del mondo che LEGA ARABA ONU USA UE, HANNO FATTO!
GAZA, 7 NOV - Tensione a Gaza dopo che la scorsa notte esplosioni hanno preso di mira le case di alcuni esponenti di al-Fatah, la fazione 'laica' del presidente palestinese Abu Mazen che di recente ha siglato una faticosa 'riconciliazione' con gli islamici di Hamas. In alcuni casi, le loro auto sono state date alle fiamme. Non si segnalano vittime. Queste violenze, di carattere intimidatorio ma finora non rivendicate, coincidono coi preparativi d'al-Fatah per il 10/a anniversario della morte di Arafat.
Giulio Cesare Top Commentator
Ecco che fine fanno i musulmani moderati, vengono ammazzati dai Jihadisti... Gli bruciano le auto, li minacciano ecc... E' come quando c'era l'inquisizione in europa. http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2014/11/07/gaza-esplosioni-contro-esponenti-fatah_a372bffe-2cd2-483d-b810-c720595bc8a7.html
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DI QUI SONO PASSATI: GLI USURAI: TUTTI I MASSONI FARISEI BILDENEBRG SPA FMI TROIKA: I LADRI AUTORIZZATI! ATENE, 7 NOV - Le unità per i trapianti presso gli ospedali della Grecia si trovano ad affrontare gravi problemi dovuti alla mancanza di personale e non solo. Lo denuncia il quotidiano To Vima che porta ad esempio i casi delle due maggiori unità per trapianti del Paese, quella dell'ospedale Laiko ad Atene e dell'Ippokratio a Salonicco. In quest'ultimo c'è grave carenza di anestesisti, mentre la ricostruzione dell'unità per trapianti di rene del Laiko ha registrato un ritardo di oltre 2 anni e mezzo. http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2014/11/07/grecia-trapianti-e-disastro-ospedali_bedc9e9e-9c50-4c2c-b5de-7e6efacacd94.html Giulio Cesare Top Commentator
Un applauso alla Merkel, Junker, e a tutti i ricconi massoni d'Europa... E vorrei puntualizzare che questo è solo l'inizio ;-)
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http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2014/11/06/kirchner-ancora-malata-non-andra-al-g20_96badeea-12a1-4d6f-bf72-0c4d97d58f6b.html
BUENOS AIRES, 6 NOV - La presidente argentina, Cristina Fernandez de Kirchner, non parteciperà al G20 di Brisbane, in Australia, i prossimi 15 e 16 novembre, giacché dovrà mantenere un riposo assoluto di almeno 10 giorni dopo che sarà dimessa dalla clinica di Buenos Aires dove é stata ricoverata per un nuovo problema di salute. Domenica scorsa, Kirchner è stata ricoverata per un quadro febbrile che, secondo i bollettini medici, sarebbe legata a un'infezione intestinale.
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http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/americalatina/2014/11/03/ricoverata-cristina-kirchner-per-febbre-infettiva_021cc7e2-b790-493d-ac0e-cfd354682130.html
BUENOS AIRES - La presidente argentina Cristina Kirchner e' stata ricoverata ieri sera in una clinica di Buenos Aires per uno ''stato febbrile infettivo''. Lo annuncia un comunicato dello staff della presidenza. Cristina Kirchner, 61 anni, ''presenta uno stato febbrile infettivo in ragione del quale e' stato deciso di farla ricoverare nella clinica Otamendi di Buenos Aires per trovare una cura'' precisa il comunicato firmato dai medici Marcelo Ballesteros e Ricardo Solla.
La presidente argentina aveva ripreso il suo lavoro il 21 ottobre scorso dopo aver preso 48 ore di riposo a causa di una faringite. Anche nel luglio scorso la Kirchner aveva preso un periodo di riposo di due giorni per mal di gola e laringite, periodo che so era poi prolungato di una settimana. Poco piu' di un anno fa, infine, la presidente era stata operata per un ematoma cerebrale e era rimasta a riposo per sei settimane, ma l'esito degli esami post-operatori non aveva presentato problemi.(ANSA-AFP).
Massimo Zampa Top Commentator Verona
Chissà perchè chi va contro gli usa in un modo o nell'altro viene tolto di mezzo
Rispondi
3 3 novembre alle ore 5.49

Fabio Micchi Top Commentator
Ma ti prego!!!
Rispondi
3 novembre alle ore 6.16
Massimo Zampa Top Commentator Verona
Fabio Micchi pensaci e prova a guardare quanti leader che non erano graditi agli usa son caduti in disgrazia (qualcuno morto) uno dei pochi che fino ad ora si salva è assad.
Rispondi
2 3 novembre alle ore 6.25

Simone Supri Top Commentator
Metodo Chavez? Farà bene a far controllare tutto quello che gli viene iniettato
Rispondi
1 3 novembre alle ore 5.05

Annibale Mantovan Top Commentator
Qualche mese fa in un intervista la kirchner stessa diceva che, se fosse morta, bisognava guardare a nord...a pensarci viene la tremarella!
Rispondi
3 novembre alle ore 7.25


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http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2014/11/03/febbre-infettivakirchner-ricoverata_9f7cb37c-d365-4249-b5a8-e06096367807.html
BUENOS AIRES - La presidente argentina Cristina Kirchner e' stata ricoverata ieri sera in una clinica di Buenos Aires per uno ''stato febbrile infettivo''. Lo annuncia un comunicato dello staff della presidenza. Cristina Kirchner, 61 anni, ''presenta uno stato febbrile infettivo in ragione del quale e' stato deciso di farla ricoverare nella clinica Otamendi di Buenos Aires per trovare una cura'' precisa il comunicato firmato dai medici Marcelo Ballesteros e Ricardo Solla.
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MOSCA, 7 NOV - Almeno 15 civili e 7 paracadutisti di Kiev sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore nel turbolento sud-est ucraino dove da aprile è in atto un conflitto in cui hanno finora perso la vita più di 4.000 persone. Secondo il Comune di Donetsk, 15 civili sono stati feriti nei bombardamenti dell'artiglieria di Kiev contro la città roccaforte dei ribelli, non lontano dalla contesa area aeroportuale. Sette parà ucraini sono invece rimasti colpiti dall'esplosione di una mina a 30 km da Lugansk.
Carmine Zaccaria Top Commentator Napoli
L'Europa deve intervenire e fermare la Giunta golpista di Kiev. Il tempo è scaduto e penso che i civili non possono continuare a morire tra l'indifferenza generale. Alcuni commenti che leggo sono patetici. Ramiya Rahimova non si rende conto che la Bandiera che indossa ormai rappresenta solo una parte dell'Ucraina. Questo non doveva accadere. Oggi assistiamo alle conseguenze di Maidan che scaturiscono dalla falsa rivoluzione arancione. Cosa avete ottenuto? Perdita definitiva della Crimea. Il Paese diviso irrimediabilmente in due. Miglia di morti in Donbass. Le madri di Kiev che vedono morire i loro figli in una guerra civile inutile. Bel risultato!
MOSCA, 7 NOV - Almeno 15 civili e 7 paracadutisti di Kiev sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore nel turbolento sud-est ucraino dove da aprile è in atto un conflitto in cui hanno finora perso la vita più di 4.000 persone. Secondo il Comune di Donetsk, 15 civili sono stati feriti nei bombardamenti dell'artiglieria di Kiev contro la città roccaforte dei ribelli, non lontano dalla contesa area aeroportuale. Sette parà ucraini sono invece rimasti colpiti dall'esplosione di una mina a 30 km da Lugansk.
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http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2014/11/06/ucraina-controllo-passaporti-a-est_c1b534f3-757e-4f44-a1f2-45f5404b2615.html
Gli accordi per risolvere pacificamente il conflitto nel sud-est "sono stati grossolanamente vietati da parte dell'Ucraina". Lo ha dichiarato il ministero degli Esteri in una nota denunciando che "Kiev ha intensificato le azioni militari con l'uso di mezzi pesanti" La dichiarazione è venuta subito dopo l'annuncio che l'Ucraina ha imposto il controllo dei passaporti alla frontiera con l'Est separatista. Tutti i cittadini ucraini o gli stranieri dovranno presentare i propri passaporti per entrare o uscire nella zona sotto il controllo dei ribelli, ha indicato in un comunicato l'ufficio di Stato per il controllo delle frontiere. La misura mira a isolare il territorio dopo sette mesi di conflitto armato che ha provocato la morte di oltre 4.000 persone.
Vineria Rosso Di Sera Top Commentator IL Mondo presso Nel mondo
Dombass LIBERO!!!
Rispondi
3 21 ore fa

Marcello Sassetti Top Commentator Istituto Tecnico Industriale Leonardo da Vinci Firenze
Volere risolvere la crisi ucraina con il bombardare la popolazione ucraina di etnia russa non potrà portare alla necessaria pacificazione fra le genti che compongono l' UCRAINA. A meno di fare una pulizia etnica della popolazione russofona,i rapporti fra la popolazione saranno sempre più improntati a l' odio e spirito di vendetta. Possibile che POROSHENKO è YATSENIUK non abbiano valutato che con la forza delle bombe forse potranno riprendere il controllo dei territori, ma non quello del popolo intero.
Rispondi
2 19 ore fa

Oksana Ostrovska
ma lei losa di che cosa sta scrivendo???
Rispondi
1 14 ore fa
Marcello Sassetti Top Commentator Istituto Tecnico Industriale Leonardo da Vinci Firenze
Certo so benissimo cosa scrivo.In tutto il mondo e quando la popolazione vede morire i propri cari, vede distrutte le proprie case sotto le bombe non può che maledire,odiare cercare di vendicarsi per i lutti e distruzioni subite.Cosa vogliono riprendere i capi di KIEV?? Il territorio senza più russofoni costringendo questa parte di ucraini a emigrare e lasciare il posto dove sono nati e vissuti fino a adesso, o sottomettersi al potere degli oligarchi di KIEV?? O farsi ammazzare tutti da una pulizia etnica??Esprimo un mio punto di vista non vedo una volontà ma neanche una capacità politica dei golpisti di piazza MAIDAN a cercare di risolvere la crisi con la politica e non con le bombe. Se mi sbaglio sarò contento. Oksana Ostrovska
Rispondi
1 11 ore fa
Oksana Ostrovska
.Senza zampino di russi in Ucraina non si sarebbe versato neanche una goccia di sangue nè a Kiev, nè tanto meno a Donbas. Se domani Putin smetterà di mandare suoi soldati e le armi -Donezk e Lugansk riprenderanno una vita normale, parlando la lingua russa, perchè a loro non è mai stato proibito di usarla...
Rispondi
2 3 ore fa

Irina Sel Top Commentator
Soliti troll a paghetta a comentare. E ANSA in linea...da il terreno giusto...
Rispondi
1 Modificato 17 ore fa

Daniele Grossi Top Commentator
Altra azione boomerang dei Nazisti di Kiev
Rispondi
1 21 ore fa

Stefano Piccini Top Commentator Diploma nautico
caro marcello sassetti,lo capisce che se putin se ne stava a casa sua non sarebbe successo niente,in italia abbiamo minoranze slovene,tedesche e francesi ma nessuno di questi stati ha invaso l'italia,putin invece ha invaso la crimea e il donbass,se putin ritira i suoi militari dal donbass e crimea la pace sara' immediata,il popolo ucraino è pacifista e molto democratico esattamente l'opposto del popolo russo

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tell me more about your preach in Israel are you a preacher? [[ answer ]]
I am the political project of the King of Israel: lorenzoJHWH, I am a layman, I am not religious, I am only a politician: only!
I SPREAD THE GOSPEL ONLY WHEN I HAVE TO AVENGE, against criminals, KILLERs! lol. and because the world is full of assassins? lol. then, I preach the Gospel all the time!
io sono il progetto politico del Re di Israele, io sono un laico, io non sono religioso, io sono soltanto un politico!
IO DIFFONDO IL VANGELO SOLTANTO QUANDO MI DEVO VENDICARE DI QUALCHE ASSASSINO! lol. e poiché il mondo è pieno di assassini? lol. poi, io predico il vangelo tutto il tempo!
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Synnek1 [ex-Direttore di youtube, sacerdote di satana DATAGATE, A.I. tecnologia aliena] 2 anni fa: Why do mention user "SYNNEK1"? [[ANSWER ] allGiacintoAuriti 1 anno fa in risposta a Synnek1
you are in the government of youtube https://www.youtube.com/watch?v=eHx6qpGZE9s&feature=gp-n-y Internet oggi non è soltanto una esperienza tecnologica: INTERNET è INTELLIGENTE: è UN SOLO CORPO SIMBIOTICO GIGANTE COLLETTIVO: GESTITO DA ALIENI, QUESTA è LA INTELLIGENZA ARTIFICIALE, DEGLI AMERICANI I SATANISTI, per, la BIOLOGIA SINTETICA GMOS! SONO LORO CHE STANNO PORTANDO TUTTO VERSO IL PEGGIO, IN TUTTO IL MONDO. IN TUTTO IL MONDO è MINACCIATO L'UMANESIMO!
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che cosa è tutta questa merda di notizie clonate?
da posizione, non domestica,
1. non era possibile vedere: nessuno dei miei commenti!
2. io non potevo entrare nel mio facebook, mentre un amico poteva entrare!
3. le lucertole di alieni demoni con corpo OGM? loro lo sanno, che non devono giocare con me!
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che cosa è tutta questa merda di notizie clonate?
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/americalatina/2014/11/06/kirchner-ancora-malata-non-andra-al-g20_47014897-9741-47d9-b2d2-ddcca1b6cf92.html
06 novembre 201415:07 News

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2014/11/06/kirchner-ancora-malata-non-andra-al-g20_96badeea-12a1-4d6f-bf72-0c4d97d58f6b.html
06 novembre 201415:07 News
Lorenzo please tell me are you Christian [[ answer ]] I would have wanted to be: a married Catholic priest, but this to me, was not allowed! and for me, this was a tragedy, too big! only a miracle prevented me: of: losing mental balance! is Why: my: it was a pain very very big, that could not be overcome without a true miracle of God! io avrei voluto essere un prete cattolico sposato, ma, questo a me, non fu permesso! e per me, questa è stata una tragedia, troppo grande! soltanto, un miracolo mi impedì: di perdere l'equilibrio mentale! Perché il mio fu un dolore, che, non avrebbe potuto essere superato, senza un vero miracolo di Dio!
Rispondi Mi piace Non seguire più il post 10 ore fa

Lorenzo UniusREI Teologico dell'Italia Meridionale
open letter: to: POPE FRANCESCO -- is not honest, that, a few bishops, today now old: without juvenile impulses, without passions, they may forget their sins of youth, I know! ", to leave in torment: their young priests priests, in big sexual torment, which was their torment! ] and, for: all this crime: of MEDIEVAL MAGGIORASCATO, against, all human humankind, in the name of what? WHAT KIND OF APOSTASY? [Then, you say that's not Santa, the root on which it is founded: the Church: why Jesus of Bethlehem, did not say, to his Apostles (all married): for you absolute celibacy, castration, and abandoned to their fate your brides, indeed, St. Peter brought his wife in Rome because it is obvious, that, he still need sexually, of: a Wife in Rome!
And, how you can spit, against, the Apostolic Church, and, against the church fathers, who have always allowed the marriage to priests for our first 1000 years of the Church!
THIS is obvious to everyone: YOU are criminals. NOT THEM: THE FATHERS OF THE CHURCH!
UPON YOU, all yur FALL, then, ALL: your: SCANDALS, and all suicides, that priests and bishops HAVE COMMITTED! with 30,000 defections from priestly ministry, that if a Minister of God: commits suicide? then, you won't be able: never more, to convince anyone that your religion is true!
Rispondi Mi piace Non seguire più il post 10 ore fa

Lorenzo UniusREI Teologico dell'Italia Meridionale
PAPA FRANCESCO -- non è onesto, che, pochi vescovi, oggi ormai vecchi: e senza passioni pulsioni giovanili, loro possano dimenticare: i loro peccati di gioventù, che, io conosco!", per lasciare nel tormento: i loro giovani sacerdoti presbiteri, tormento sessuale, che, fu il loro tormento! ] e tutto questo crimine: di MAGGIORASCATO MEDIOEVALE, contro, il genere umano in nome di che cosa? DI QUALE APOSTASIA? [ Quindi, voi affermate che non è Santa, la radice su cui è fondata: la Chiesa: perché Gesù di Betlemme non ha detto ai suoi Apostoli (tutti sposati) voi castratetevi, e abbandonate al loro destino le vostre spose, anzi, San Pietro portò con se la Moglie a Roma, perché è evidente, che lui aveva ancora bisogno sessualmente, di una Moglie a Roma!
E come voi potete sputare contro la Chiesa Apostolica, e contro i Padri della Chiesa, che hanno sempre permesso il matrimonio ai presbiteri per i nostri rimi 1000 anni della Chiesa!
QUESTO è EVIDENTE A TUTTI: I CRIMINALI SIETE VOI: NON LORO: I PADRI DELLA CHIESA!
SU DI VOI CADONO, quindi, TUTTI GLI SCANDALI, E TUTTI I SUICIDI, CHE, I PRETI E VESCOVI HANNO COMMESSO! con 30.000 defezioni dal ministero presbiterale, che se poi, un ministro di Dio commette il suicidio? poi, tu non potrai più convincere nessuno, che, la tua religione è vera!
Rispondi Mi piace Non seguire più il post 10 ore fa

Lorenzo UniusREI Teologico dell'Italia Meridionale
a mia sorella: Argentina, Cristina Fernandez de Kirchner -- anche se, la Europa sta passando, attraversando, il suo momento più vergognoso.. tuttavia, non toccherebbe mai, così, il fondo del crimine: se, non fosse costretta a seguire la gerarchia satanica, che, sono i farisei 322 Bush, in JaBullOn: il sistema massonico, al bohemian Grove: il Gufo Rothschild Fmi, Spa,
Rispondi Mi piace Non seguire più il post 18 ore fa

Lorenzo UniusREI Teologico dell'Italia Meridionale
La presidente argentina, Cristina Fernandez de Kirchner, è una delle donne più splendide: radiose, virtuose, del nostro pianeta: il diamante più luminoso!: "ne più e ne meno: di come, possono essere e sono, anche, tutte le mamme di questo pianeta"
.. i suoi virus e i suoi nemici? se la devono vedere con me! http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/americalatina/2014/11/06/kirchner-ancora-malata-non-andra-al-g20_47014897-9741-47d9-b2d2-ddcca1b6cf92.html
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Annibale Mantovan Top Commentator
Qualche mese fa la Kirchner in un intervista disse che se le fosse capitato qualcosa bisognava guardare a Nord!
che cosa è tutta questa merda di notizie clonate?
da posizione, non domestica,
1. non era possibile vedere: nessuno dei miei commenti!
2. io non potevo entrare nel mio facebook, mentre un amico poteva entrare!
3. le lucertole di alieni demoni con corpo OGM? loro lo sanno, che non devono giocare con me!
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che cosa è tutta questa merda di notizie clonate?
03 novembre 201404:06
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/americalatina/2014/11/03/ricoverata-cristina-kirchner-per-febbre-infettiva_021cc7e2-b790-493d-ac0e-cfd354682130.html

che cosa è tutta questa merda di notizie clonate?
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/americalatina/2014/11/06/kirchner-ancora-malata-non-andra-al-g20_47014897-9741-47d9-b2d2-ddcca1b6cf92.html
06 novembre 201415:07 News

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2014/11/03/febbre-infettivakirchner-ricoverata_9f7cb37c-d365-4249-b5a8-e06096367807.html
03 novembre 201403:59

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2014/11/06/kirchner-ancora-malata-non-andra-al-g20_96badeea-12a1-4d6f-bf72-0c4d97d58f6b.html
06 novembre 201415:07 News




questa NON è una testata giornalistica

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