TENEBRA E LUCE IN VATICANO

LE DUE CHIESE: TENEBRA E LUCE IN VATICANO
«Il fumo di Satana entra dappertutto. Dappertutto! Forse siamo stati esclusi dall’udienza del Papa perché avevano paura che tanti esorcisti riuscissero a cacciare via le legioni di demoni che si sono insediate in Vaticano. Non ho nessun dubbio che il demonio tenti soprattutto i vertici della Chiesa, come tenta tutti i vertici, quelli politici e quelli industriali.» - Padre Amorth, esorcista
«Se il mondo non migliora fra dieci anni il diavolo si impadronirà della Chiesa di Dio.»
- 22 Agosto 1985, messaggio della Madonna a Melleray, Irlanda
Di Pablo Ayo
pabloayo@strangedays.it
17 Novembre 2001

««Io sono preoccupato per i messaggi della Beata Vergine a Lucia di Fatima. Questo insistere di Maria riguardo ai pericoli che minacciano la Chiesa è un avvertimento divino contro l'atto suicida di alterare la Fede, nella Sua liturgia… Un giorno verrà quando il mondo civilizzato negherà il suo Dio, quando la Chiesa dubiterà come dubitò Pietro. Sarà tentata di credere che l'uomo è divenuto Dio… Nelle nostre chiese, i Cristiani cercheranno invano il lume rosso dove Dio li sta aspettando, e come Maria Maddalena in lacrime di fronte alla tomba vuota, essi chiederanno: “Dove lo hanno portato?’… Io odo tutto intorno a me gli innovatori che desiderano smantellare la Sacra Cappella, distruggere la fiamma universale della Chiesa, gettare i Suoi ornamenti e farle provare rimorso per il Suo passato storico.»
Queste parole, che per alcuni potrebbero suonare quasi blasfeme, furono pronunciate dall'allora Segretario di Stato del Vaticano Mons. Eugenio Pacelli, futuro Papa Pio XII, cosi come le riporta il suo biografo Mons. Roche. Proprio da Pacelli parte dunque un grave avvertimento, contro il diffondersi del naturalismo, la perdita della fede originale della Chiesa, e anche della “Sua liturgia”. Tutto questo discorso di Pacelli era riferito in qualche modo ai “messaggi della Beata Vergine a Lucia di Fatima.
Fatima: l’ammonimento della Madre di Dio
Correva l’anno 1917, e pochi mesi prima che la rivoluzione Bolscevica prendesse il controllo in Russia dando inizio a dure repressioni che consteranno milioni di morti nella propria patria, la Madonna di Fatima rivelò a Suor Lucia la necessità della Consacrazione di “quella nazione” al Suo Cuore Immacolato e le conseguenze nel non esaudire tale richiesta.
La Madonna affermò semplicemente che la guerra era una punizione per i peccati dell'umanità, e che il rimedio si trovava nello stabilire nel mondo la devozione al Suo Cuore Immacolato, la recita giornaliera del Santissimo Rosario e la Devozione dei Primi Cinque Sabati per la Riparazione.
Da allora, in special modo dopo l'inizio della Seconda Guerra Mondiale, i Messaggi di Fatima sono divenuti per molti più una fonte di imbarazzo e di peso che una promessa di aiuto divino. Le due specifiche richieste che sono divenute la causa principale dei problemi sono le indicazioni di rivelare la parte finale del Messaggio di Fatima (il Terzo Segreto) e la richiesta affinché il Papa ed i vescovi di tutto il mondo consacrino la Russia al Cuore Immacolato di Maria.

Data l'urgenza crescente negli ultimi 20 anni, mentre le campagne per screditare i messaggi di Fatima passavano dal silenzio ufficiale e dallo sviare l'argomento agli attacchi aperti ed eccessivi, il livello del contrasto tra gli attuali dirigenti della Chiesa ed il semplice messaggio della Beata Madre ai tre bambini è divenuto da film di Hollywood, dato che alcuni aspetti di esso sembrano troppo assurdi per essere veri: un segreto affidato alla Chiesa affinché lo rivelasse non più tardi nel 1960, all'alba di un concilio rivoluzionario, e mantenuto segreto per più di quarant'anni solo per essere poi parzialmente pubblicato in una versione incoerente con quanto già noto, che ha lasciato molti dubbi a milioni di Cattolici perplessi, e descritto persino dagli scettici atei come “sospettosamente inconcludente”. Una suora di clausura di 90 anni a cui viene impedito di parlare con chiunque riguardo a Fatima, ma che in teoria appoggia coloro che attaccano la sua figura.
Sembrerebbe poi che queste dichiarazioni siano state rivedute successivamente sia da Suor Lucia che dal sacerdote messicano. Quest'ultimo, dovette in seguito rassegnare le dimissioni.
Ricordiamo quanto riportato dal “MESSAGGERO DI FATIMA” il 13 novembre 1959: Lucia avrebbe ribadito la segretezza del messaggio fino al 1960, (per ciò che riguarda la terza parte dello stesso). La posizione dell'autorità ecclesiastica è da un lato, molto chiara, nel 1960 uno scarno comunicato informava che “Il terzo segreto di Fatima non sarebbe stato reso pubblico... Benché la chiesa riconosca le apparizioni di Fatima, non desidera assumersi la responsabilità di garantire la veridicità delle parole che tre pastorelli hanno asserito di aver ricevuto dalla Vergine” dall'altra un numero notevole di discorsi tenuti dai vari Papi e da diversi alti prelati trovano riscontro con quanto detto nel messaggio di Fatima dalla Madonna, secondo la versione diplomatica oggi conosciuta, che non è mai stata né smentita né confermata dalla chiesa. Paolo VI il 13 maggio 1967 a Fatima disse:
“Il mondo è in pericolo; è un momento pieno di conseguenze. Voglia Iddio che il mondo non venga Flagellato da guerre, tragedie e catastrofi.” Il 29 giugno 1972 con dolore dichiarò: “Pare che da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio... crediamo che qualcosa di preternaturale sia avvenuto nel mondo, proprio per turbare, per soffocare il Concilio Ecumenico.”
Papa Woytila sempre nel giorno della ricorrenza dell'apparizione di Fatima, il 13 maggio 1982, rivolge un appello accorato a Maria affinché “Allontani le minacce quasi apocalittiche che incombono sulle Nazioni e sull'Umanità.” Due anni prima, nel 1980, durante un viaggio in Germania, nella città di Fulda, il Papa rilasciò dichiarazioni sconvolgenti quando rispose ad alcune domande poste da un ristrettissimo numero di giornalisti, che gli chiesero cos’era il segreto di Fatima e perché non fosse stato ancora reso noto.
“Il segreto non è stato divulgato per il contenuto impressionante e per non animare la forza del comunismo mondiale a certe ingerenze, i miei predecessori preferirono una ‘relazione diplomatica’ del segreto. Inoltre, dovrebbe bastare ad ogni cristiano quanto segue: quando si legge (nel segreto), che oceani inonderanno interi continenti, che gli uomini verranno tolti alla vita, repentinamente, da un minuto all'altro, e cioè a milioni... sapendo questo, non occorre davvero pretendere la pubblicazione del segreto... molti vogliono sapere solo per curiosità e sensazione; ma costoro dimenticano che il sapere porta con sé responsabilità... ma essi vogliono solo accontentare la curiosità. Questo è pericoloso quando, in pari tempo, non si vuole fare nulla dicendo che già non giova a nulla!”
A questo punto il Papa, mostrando la corona del Rosario, affermò:
“Ecco la medicina contro questo male. Pregate! Pregate! E non interrogate ulteriormente. Tutto il resto domandatelo alla Madonna.”
Successivamente fu posta al Pontefice un'ultima domanda circa il segreto di Fatima, ovvero come andranno le cose nella Chiesa in futuro. Woytila rispose:
“Dobbiamo essere ben pronti e vicini a grandi prove che potranno richiedere anche il sacrificio della nostra vita e la donazione totale a Cristo e per Cristo... le prove potranno essere ridotte con la vostra e nostra preghiera, ma non possono più essere evitate, perché un vero rinnovamento della Chiesa potrà avvenire solo in questo modo... come già tante volte la Chiesa rinacque nel sangue... non sarà differente neppure questa volta, prepariamoci.”
Durante il suo secondo viaggio in Germania 1984 lanciò questo monito:
“Il mondo sta vivendo il XII capitolo dell'apocalisse”.
Le sue parole si ricollegano a quanto dichiarato da Suor Lucia. Anche molti alti prelati sono a conoscenza del testo. Monsignor Corrado Balducci, in questi ultimi anni ha commentato il testo
attraverso la televisione e la stampa. Di particolare rilievo un articolo pubblicato alla vigilia del conclave per l'elezione di Giovanni Paolo II:
“...una grande punizione ricadrà su tutta l'umanità... Satana domina persino nelle alte vette... la grande guerra sarà nella seconda metà del secolo XXI; fuoco e fumo cadranno dal cielo e le acque degli oceani andranno in vapore... milioni e milioni di persone perderanno la vita...”
Anche il Papa attuale, Joseph Ratzinger, quando era ‘solo’ un cardinale nonché prefetto della congregazione per la dottrina della fede (ex Santa Inquisizione, ex Santo Uffizio), rispondendo alle domande del giornalista Vittorio Messori riportate nel suo libro “Rapporto sulla fede”, parla chiaramente del terzo messaggio di Fatima:
Joseph Ratzinger: Sì ho letto il terzo messaggio di Fatima.
Vittorio Messori: Circolano nel mondo versioni mai smentite che descrivono i contenuti del segreto come inquietanti, apocalittici, annunciatori di terribili sofferenze. Lo stesso Papa Giovanni Paolo II, nella sua visita pastorale a Fulda, in Germania, sembra abbia confermato i contenuti non certo confortanti di quel testo. Prima di lui Paolo VI, nel suo pellegrinaggio a Fatima, pare abbia accennato anch'egli ai temi apocalittici del segreto. Perché non si è mai deciso di renderlo pubblico,
anche per evitare supposizioni azzardate?
Joseph Ratzinger: Se fino ad ora questa decisione non è ancora stata presa, non è perché i Papi vogliono nascondere qualcosa di terribile.
Vittorio Messori: Dunque qualcosa di terribile c'è in quel messaggio di Lucia?
Joseph Ratzinger: Se anche ci fosse, ebbene, questo non farebbe che confermare la parte già nota del messaggio di Fatima. Da quel luogo è stato lanciato un segno severo che va contro la faciloneria imperante, un richiamo alla serietà della vita e della storia, “a pericoli che incombono sull'umanità”.
La parte centrale del teso del Terzo Segreto, diffuso in maniera non ufficiale ma mai smentito ufficialmente dalla Chiesa, così recita:
«In nessuna parte del mondo vi è ordine, e Satana regna nei più alti posti, determinando l'andamento delle cose. Egli effettivamente riuscirà ad introdursi fino alla sommità della Chiesa; egli riuscirà a sedurre gli spiriti dei grandi scienziati che inventano le armi, con le quali sarà possibile distruggere in pochi minuti gran parte dell'umanità. Avrà in potere i potenti che governano i popoli, e li aizzerà a fabbricare enormi quantità di quelle armi. E, se l'umanità non dovesse opporvisi, sarò obbligata a lasciar libero il braccio di Mio Figlio. Allora vedrai che Iddio castigherà gli uomini con maggior severità che non abbia fatto con il diluvio. Verrà il Tempo dei Tempi e la fine di tutte le fini, se l'umanità non si convertirà; e se tutto dovesse restare come ora, o peggio, dovesse maggiormente aggravarsi, i grandi e i potenti periranno insieme ai piccoli e ai deboli. Anche per la Chiesa, verrà il tempo delle Sue più grandi prove. Cardinali, si opporranno a Cardinali; Vescovi a Vescovi. Satana marcerà in mezzo alle Loro file, e a Roma vi saranno cambiamenti. Ciò che è putrido cadrà, e ciò che cadrà, più non si alzerà. La Chiesa sarà offuscata, e il mondo sconvolto dal terrore. Tempo verrà che nessun Re, Imperatore, Cardinale o Vescovo, aspetterà Colui che tuttavia verrà, ma per punire secondo i disegni del Padre mio. Una grande guerra si scatenerà nella seconda metà del XX secolo. Fuoco e fumo cadranno dal Cielo, le acque degli oceani diverranno vapori, e la schiuma s'innalzerà sconvolgendo e tutto affondando. Milioni e Milioni di uomini periranno di ora in ora, coloro che resteranno in vita, invidieranno i morti. Da qualunque parte si volgerà lo sguardo, sarà angoscia, miseria, rovine in tutti i paesi.»
Le tesi complottistiche sul Terzo Segreto
Il 13 maggio del 2000, anno giubilare e ottantatreesimo anniversario della prima apparizione nella Cova da Iria, il cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato vaticano, annuncia a Fatima che Giovanni Paolo II ha deciso di rendere pubblico il contenuto del famoso terzo segreto che la Madonna rivelò ai tre pastorelli nell’apparizione del 13 luglio 1917. Gli altri due sono noti da tempo. Nel primo c’è la terrificante visione dell’inferno con anime e demoni immersi in un grande mare di fuoco. Nel secondo c’è la previsione della rivoluzione bolscevica di Lenin e la Vergine chiede al papa di riparare alla diffusione dell’eresia materialista con la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato, altrimenti ci sarà una nuova guerra mondiale peggiore della prima. A scrivere le tre parti del segreto è stata Lucia, sopravvissuta ai cuginetti morti subito dopo le apparizioni e beatificati dalla Chiesa proprio il 13 maggio del 2000.
A Fatima, poi, quel giorno, Sodano fa anche un discorso sul terzo segreto, una sorta di interpretazione preventiva: «La visione di Fatima riguarda soprattutto la lotta dei sistemi atei contro la Chiesa e i cristiani e descrive l’immane sofferenza dei testimoni della fede dell’ultimo secolo del secondo millennio. È una interminabile Via Crucis guidata dai papi del ventesimo secolo. Dopo l’attentato del 13 maggio 1981 ad opera del turco Alì Agca in piazza San Pietro, a Sua Santità apparve chiaro che era stata “una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola”, permettendo al “papa agonizzante” di fermarsi “sulla soglia della morte”».
Un mese e mezzo dopo, il 26 giugno, a rivelare il segreto in una conferenza stampa in Vaticano sono il capo e il segretario della Congregazione per la dottrina della fede: Joseph Ratzinzer, cui è affidato il commento teologico, e Tarcisio Bertone, incaricato di presentare il testo tanto atteso. È l’ora del vescovo vestito di bianco: di un Papa che viene ucciso alla sommità di una montagna e ai piedi di una grande croce da un gruppo di soldati con frecce e colpi di arma da fuoco. Seppur con sfumature diverse, la Santa Sede accredita la versione che il Papa protagonista della profetica visione nascosta per decenni è Wojtyla. Ma qualcosa non quadra. A partire da un clamorosa contraddizione presente nel testo di Bertone. Il segretario della Congregazione per la dottrina della fede afferma che il Papa chiese le buste del segreto dopo l’attentato del 13 maggio 1981 e che queste, una di colore bianco e l’altra arancione, gli vennero consegnate il successivo 18 luglio. Allo stesso tempo, però, Bertone sostiene anche che Giovanni Paolo II pensò da subito a consacrare il mondo al cuore immacolato di Maria, con un atto di affidamento che venne celebrato il 7 giugno 1981. La domanda, allora, è: com’è possibile che il Papa fece l’atto di affidamento sei settimane prima di leggere il terzo segreto, il 18 luglio? Non solo: per quale motivo il Vaticano ha scelto di rivelare il testo del segreto scritto da Lucia, suora di clausura, poi morta nella Quaresima di dolore del 2005, prima che spirasse papa Wojtyla, nella sua terza memoria? Il quesito è fondamentale, perché nella quarta memoria c’è una frase che chiude la seconda parte del segreto, considerata da sempre l’incipit della misteriosa terza parte, ma che nel documento di Lucia scelto dalla Chiesa scompare: «In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede etc». Ora, a parte la curiosità per quell’etc attribuito alla Madonna, è chiaro che una frase del genere presuppone che altrove la fede si perderà. Ma di ciò non si coglie il senso nel testo rivelato. Perché?
Queste e altre tantissime domande hanno spinto Antonio Socci, ciellino eretico ed editorialista e scrittore cattolico, a ricostruire il mistero di Fatima in un documentatissimo e sconvolgente libro pubblicato da Rizzoli: Il Quarto segreto di Fatima. In pratica, Socci accostatosi alla vicenda convinto che la Chiesa avesse detto tutta la verità su Fatima, arriva a una conclusione tremenda per la sua condizione di credente: il Vaticano non ha ancora rivelato tutto il segreto, perché indicibile e apocalittico, e di conseguenza non sarebbe Giovanni Paolo II il papa ucciso che hanno visto i tre pastorelli quel 13 luglio 1917. Gli indizi sono tanti e provengono in gran parte dagli studi dei cosidetti fatimiti, ovvero dei tradizionalisti che contestano il Concilio Vaticano II. Il vero segreto sarebbe stato scritto da Lucia su una pagina. In tutto 25 righe che hanno terrorizzato tutti i pontefici succedutisi dagli anni venti del novecento in poi e che sono tenute ben occultate. Le ipotesi vanno da una terza guerra mondiale a un nuovo scisma nella Chiesa, dal trionfo dell’Anticristo che riesce a sedersi sul trono di Pietro (anche perché il vescovo vestito di bianco potrebbe non coincidere col vero Santo padre) a un Papa che sarà martirizzato, forse proprio quello attuale, Benedetto XVI. In merito, Socci non si sbilancia fino in fondo ma si chiede perché Papa Ratzinger fece questa drammatica preghiera nella sua messa di insediamento, dopo l’elezione nel Conclave: «Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi». Perché, quindi, Benedetto XVI ha indicato nel martirio a opera dei lupi il suo programma pastorale? Da notare, infine, che Socci rivela il rifiuto di Bertone a farsi intervistare, cui si aggiunge la significativa recensione dell’autorevole Vittorio Messori, intervistatore di due papi, sul Corriere della Sera: «Pur con forzature, o ingenuità, derivate dall’affastellamento delle ipotesi più diverse, queste pagine possono rendere pensosi».
Libera Chiesa in libero Stato?
Appare chiara, dunque, l’importanza del Terzo Messaggio, e perché il Vaticano era cosi restio a parlarne. Satana che giunge ad introdursi alla sommità della Chiesa, Vescovi contro Vescovi, Satana che marcerà tra le loro file, la Chiesa offuscata, e il riferimento alla caduta di ‘ciò che è putrido’. Certo la Chiesa non ci fa una figura cristallina, e non stupisce dunque che, quando nel 2000 il Vaticano, per mezzo e voce dell’allora Cardinale Ratzinger, abbia pubblicato un testo che non assomigliava per nulla a quello già noto per vie traverse, in diverse comunità religiose sia sorto un certo disappunto. Non solo: in America, tre noti esperti forensi di calligrafia hanno confrontato la scrittura delle prime due lettere di Suor Lucia, contenenti le prime due profezie, con la terza lettere presentata dal Vaticano nel 2000. A insindacabile giudizio dello Speckin Forensic Laboratories dell’Università di Okemos, in Michigan, e dell’analista calligrafico Robert Kullman, la terza lettera diffusa dal Vaticano è assolutamente un falso.
Partendo da una sibillina frase di padre Joaquim Alonso, studioso di Fatima, Helmut Hoffman nel suo libro “La verità su Fatima” spiega come il messaggio rilasciato alla Cova de Iria ai tre pastorelli (tra cui appunto figurava Lucia) facesse riferimento a un evento terrificante, al ritorno di Gesù “durante o dopo una catastrofe mondiale”. Stando ad alcune indiscrezioni, sembra che Suor Lucia abbia avuto negli anni anche altre rivelazioni, altre visioni ed altri messaggi, che però ovviamente il Vaticano gli ha proibito di svelare, anzi le venne fatto divieto assoluto di parlare con chiunque.
Naturalmente qualcuno potrà obiettare che i messaggi mistici ricevuti a Fatima dai tre pastorelli sono materia troppo mistica per avere un peso reale nell’informazione. Ma quello che è vero, storicamente, è che il terzo messaggio originale parlasse di una profonda crisi interna alla Chiesa, e che la Chiesa stessa abbia taciuto la notizia, andando contro la volontà della Madonna apparsa a Fatima, che ne aveva chiesto la diffusione entro e non oltre il 1960. Perché tacere, se non per evidenti sensi di colpa o perché si sa che le accuse potrebbero essere percepite come autentiche? Perché, in seguito, arrivare addirittura a diffondere un Terzo segreto falsificato? Stiamo parlando della Chiesa Cattolica, una delle maggiori e più antiche organizzazioni al mondo.
Se vogliamo pensare che gli avvisi di Fatima non abbiano una validità profetica, dovremmo capire che certi avvisi di natura spirituale non sono mai cessati, e non si limitano solamente a Fatima o Medjugorje: Le apparizioni sono state numerosissime e anche estremamente interessanti. Fra l'altro, alcuni messaggi della Madonna - anche quelli dati all'umanità in apparizioni dell'Ottocento - contengono profezie che si riferiscono non alla fine del mondo ma al periodo storico successivo, e che citano eventi o circostanze storiche poi puntualmente verificatesi, un po' come succede anche nel messaggio di Fatima. Su alcuni siti, come ad esempio www.lultimopapa.it, si possono trovareun gran numero di testimonianze di questo tipo, tutte interessanti. Tra le varie profezie che non si riferiscono alla fine del mondo, una delle più sorprendenti per noi uomini del XXI secolo è il fatto che nel 1994 la Madonna apparve a tre ragazzine in un bosco a Forio Ischia, e fece vedere a una di loro, Simona, i grattacieli di Manhattan in fiamme. La testimonianza della ragazza apparve su “Epoca” l'anno successivo (se ne è occupata la giornalista Federica Raimondi): «Ho visto dei grattacieli che venivano giù; poi ho visto la Statua della Libertà in frantumi e ho capito che doveva essere New York». Le apparizioni della Madonna a Ischia sarebbero iniziate l'8 ottobre 1994, quando due bambine di 9 e 11 anni, che erano andare a fare una passeggiata nel bosco di Zaro, riferirono di aver visto la Vergine sostenendo che la Madonna le aveva invitate a pregare “per l'umanità in pericolo”. «Quando, l'11 settembre del 2001, ho visto crollare la seconda Torre tutto mi è stato chiaro: la profezia si era verificata», ha dichiarato nel 2001 Simona. Un dettaglio: una delle due bambine aveva 9 anni, l’altra, 11. Come la data precisa dell’attacco alle torri.
Parlando ad esempio delle apparizioni avvenute a Garabandal, in Spagna, tra il 1961 e il 1965, si scoprono cose interessanti. Nel secondo messaggio, datato 18 giugno 1965, cosi ammoniva la Madre di Dio:
«Siccome non si è compiuto, non si è fatto sufficientemente conoscere il mio messaggio del 18 ottobre, voglio dirvi che questo è l'ultimo: prima la coppa si stava colmando, ora trabocca.
Cardinali, Vescovi e Sacerdoti camminano, in molti, sulla via della perdizione e trascinano con loro moltissime anime. All'Eucarestia si dà sempre meno importanza. Dovete con i vostri sforzi evitare la collera del buon Dio che pesa su di voi. Se Gli chiederete perdono con animo contrito, Egli vi perdonerà. Io, vostra Madre, per mediazione di S. Michele Arcangelo, voglio esortarvi alla conversione. Questi sono gli ultimi avvertimenti. Vi amo molto e non voglio la vostra condanna. Pregate sinceramente, e noi vi esaudiremo. Dovete fare più sacrifici. Meditate sulla passione di Gesù».
Qui la Vergine si lamenta. Calcolate le date: siamo nel 1965, e il messaggio di Fatima doveva esser reso noto nel 1960 al massimo. Perché? Forse a causa della crisi dei missili di Cuba, che nel 1962 portò il mondo sull’orlo della 3° Guerra Mondiale. Secondo alcune indiscrezioni, Sarebbe stato proprio il Papa Giovanni XXIII, telefonando sia a Krusciov che a Kennedy, a dire qualcosa che riportò il dialogo tra i due blocchi est-ovest. Aveva forse, infine, rivelato il terzo segreto, in cui si parlava della distruzione dell’umanità a causa di armi mille volte più potenti del sole? Era quello il motivo per cui la data di diffusione del mistero doveva essere il 1960 al massimo, proprio l’anno dell’elezione di Kennedy?
Altri mistici e veggenti si sono succeduti, confermando – a distanza di tempi e luoghi - dettagli simili in maniera sconcertante, come nel caso di Teresa Musco (Italia, 1948-73). Figlia analfabeta di due modesti agricoltori di Caiazzo, nel casertano, nata da una famiglia timorata di Dio e rispettosa della fecondità del matrimonio (10 figli), la sua vita è stata tutta offerta alla gloria del Padre. Descrive la flagellazione di Gesù e l'esperimenta nella propria carne che viene ferita: il 31 agosto 1957 ricevette le stimmate invisibili alle mani e ai piedi, che diventarono visibili il 25 ottobre 1968. Muore a 33 anni, come S. Faustina Kowalska. Scrive il consultore della Sacra Congregazione per le Cause dei Santi: “Per 27 anni continui ho avuto occasione di leggere e di vagliare innumerevoli biografie di anime sante, di ogni tempo e di ogni luogo: eccezionali, dotate di doni straordinari, impressionanti. Nessuna però - a mio sommesso parere - può paragonarsi alla vita e ai fenomeni straordinari che hanno riguardato Teresa Musco”. Dal 1955, Teresa annotò in un Diario le sue esperienze mistiche, tra cui quelle con il Bambin Gesù e la Madonna: “Cristiani che pregano ne rimarranno pochi, molte anime vanno all'inferno. Pudore, vergogna non ci sarà più per le donne: Satana si veste di esse per far cadere molti sacerdoti. Crisi comuni ci saranno nel mondo. I preti, vescovi, cardinali sono tutti disorientati, cercano di aggrapparsi alla politica per aiutarsi, ma ancora una volta sbagliano; il governo cadrà, il Papa passa ore di agonia, alla fine Io sarò lì per condurlo in Paradiso. Una grande guerra succederà. Morti e feriti ce ne saranno tanti. Satana grida la sua vittoria e quello è il momento che tutti vedranno mio figlio apparire sulle nubi e allora giudicherà quanti hanno calpestato il Suo Sangue innocente e divino. E allora il Mio Cuore trionferà”. (20 agosto 1951)
Tanti scienziati stanno inventando armi con le quali sarà possibile distruggere, in pochi attimi, gran parte dell'umanità... Dio castigherà l'umanità con maggiore severità che non abbia fatto col diluvio. Se tutto dovesse procedere come ora, e se l'umanità non si convertirà, vedrete come i gradi e i potenti, i piccoli e i deboli periranno insieme”.
Qui a Teresa in visione in breve, gli viene mostrata una sanguinosa guerra che dovrà venire. (23 luglio 1973) “Sta per iniziare una nuova guerra nella terra dove è nato il Salvatore, cioè il Mio amatissimo Figlio e non si fermerà. Sembra che fanno la pace ma non è vero, perché da lì nascerà la grande guerra, da lì viene il grande castigo dal cielo e dalla Terra”. (10 ottobre 1973)
Ancora, si parla di Gerusalemme e della Terrasanta come luogo dal quale partirà la crisi che deteriorerà poi in guerra, l’ultima.
Nel suo messaggio a Beata Anna Maria Taigi, la Madonna ha detto: “Dio manderà due castighi: uno sarà sotto forma di guerre, rivoluzioni e altri mali, avrà origine sulla terra; l’altro sarà mandato dal Cielo”.
L’immagine di una catastrofe che giunge dall’alto è comune e ritorna in moltissimi casi di apparizioni mariane. Alla mistica Veronika Lueken, la Madonna mostrò «…una grossa SFERA (con una coda simile ad una striscia di fuoco) che attraversava velocemente il cielo, dirigendosi verso la terra e producendo un grande calore. Vi erano città in fiamme, gente che correva e cadeva. L'aria era pesante e spessa e mancava di ossigeno. La Sfera girava e rigirava velocemente nel cielo rovesciando grosse particelle di polvere (Veronica soffocava). Le onde del mare si sollevavano molto in alto, ricadendo sulla terraferma, su New York. “Figlia mia, al momento del castigo lo splendore causato dall'avvicinarsi dell'oggetto celeste, inviato dal Padre come agente punitore, illuminerà la notte in pieno giorno. Questo corpo celeste emanerà una grande quantità di calore sulla terra”. [..] Veronica vide allora una grande macchia nera estendersi sul mondo ed una grossa Sfera (somigliante ad un Sole, ma piccola a causa della lontananza) che se ne veniva giú attraverso lo spazio.»
Il recente interesse di diverse istituzioni scientifiche e di sicurezza nazionali sul problema dei NEO (Near Earth Object), ossia degli asteroidi che sfiorano spesso il nostro pianeta, ha palesato come l’immagine vista dai veggenti sia tutt’altro che impossibile a verificarsi. Anche se gli scienziati tendono ovviamente a minimizzare il fenomeno, è pur sempre vero che gli strumenti attuali non permettono una copertura totale e perfetta della volta celeste, e un impatto è pur sempre, oltre che difficile da prevedere, anche molto difficile tecnicamente da evitare.
I guai della Chiesa di Roma
Quello che emerge continuamente, nei racconti dei veggenti e dei mistici (molti dei quali, ricordiamolo, già santi o in via di beatificazione, e quindi non persone di scarso rilievo o credibilità), è che tutti questi eventi grandi e terribili che dovrebbero accadere, sono collegati a doppio filo con la caduta morale del nostro pianeta e, in particolare, alle responsabilità della Chiesa Cattolica.
In quasi tutti i racconti di chi ha avuto contatti mariani, si ammonisce che la fine della Chiesa di Roma e il martirio dell’ultimo Papa saranno il segno inequivocabile della Fine dei Tempi. A questo proposito, esiste da tempo una profezia sui Papi, la famosa profezia di Malachia.
Non sappiamo a quando risalga con esattezza e da chi sia stata realmente scritta la famosa “Profezia dei Papi”, nota anche come Profezia di San Malachia, in quanto attribuita al monaco cistercense irlandese Malachia, che l'avrebbe scritta in epoca medioevale (intorno al 1140), ma è certo che è stata pubblicata per la prima volta nel 1595 dal benedettino Arnold Wion nel suo libro Lignum vitae.

Il Santo irlandese Malachia nella Profezia indica una lista - che avrebbe visto in sogno - dei Papi che si sarebbero succeduti a partire dal 1143 fino alla fine dei giorni. Ma non li indica con nome e cognome, bensì con 111 brevi motti in latino corrispondenti ad altrettanti Papi, mentre sotto il 111° motto vi è un'inquietante frase:In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, ed Judex tremendus judicabit populum suum. Amen.
La traduzione in italiano di quest'importante frase è la seguente: “Durante l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro il romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia”.
Certo è difficile immaginarsi momenti tanto terribili o scene così apocalittiche. Meno difficile, purtroppo, è capire il riferimento di molti messaggi mariani alla caducità della Chiesa attuale. Basta leggere le notizie più attuali, come quelle riguardo i sermoni del cardinale Biffi, arcivescovo emerito di Bologna, che vorrebbe speciali leggi razziali che impediscano a chi non è Cristiano di poter emigrare in Italia, o che vede nello stesso fenomeno dell’immigrazione dai paesi del Medio Oriente un occulto tentativo di “lenta invasione dell’Europa Cattolica”.
Una recente ricerca dell’Ansa ha evidenziato che attualmente gli interventi delle autorità ecclesiastiche nel dibattito politico vengono visti come “non corretti” dal 53% dei cattolici praticanti. È quanto emerge da un sondaggio della SWG commissionato dai Cristiano sociali, ed illustrato in una conferenza stampa dal coordinatore del movimento, Mimmo Lucà e da Tarcisio Barbo. Il giudizio sulla correttezza degli interventi di Ruini e della gerarchia ecclesiastica “nel dibattito politico, sostenendo particolari leggi o determinati orientamenti politici”, varia comunque a seconda se i cattolici praticanti sono elettori di centrosinistra o di centrodestra.
Jacopo Fo, apprezzato autore di teatro e di testi satirici e profondo conoscitore di storia e di fenomeni sociali, ha scritto tra l’altro un libro dal titolo esemplificativo: Duemila anni di crimini nel nome di Gesù (Nuovi Mondi 2001). Nel suo sito http://www.jacopofo.com è possibile leggere alcune interessanti analisi riguardo l’operato della Chiesa antica e moderna.
«Se una cosa è certa è che l’infallibilità dei Papi è un’assurdità. Ora si dice che i Papi possono errare sulle questioni materiali, politiche ma che la loro parola è infallibile sulle questioni spirituali. Fu spiritualmente corretto vietare la traduzione dei Vangeli e la loro lettura ai laici fino al 1800? Fu spiritualmente corretto far mercato delle cariche religiose, delle indulgenze, costringere alla conversione ebrei e indios? In realtà, signor Papa, è sotto gli occhi del mondo che i Papi commisero ogni sorta di crimini e di errori dottrinali. Tant’è che via via molti si staccarono dalla Chiesa di Roma formando chiese meno impudenti. I protestanti di Martin Lutero, i Calvinisti, i Valdesi…Le scelte attuali della Chiesa di Roma discendono non dalle parole di Gesù ma dalle scelte dottrinali di quei Papi dei quali la Chiesa ha recentemente riconosciuto le colpe. La concezione della parola di Gesù che la porta oggi ad essere così severo e poco tollerante, tanto da accettare che il povero Welby non abbia un funerale in chiesa, non discende dai Vangeli. Discende dalle decisioni di uomini che avevano le mani sporche di sangue. Nei Vangeli c’è scritto ben poco di quello che la Chiesa considera dogma religioso e di quel che viene insegnato a Catechismo. Gesù non nacque nell’anno zero ma qualche tempo prima, non nacque il 25 dicembre, non fu crocefisso a 33 anni. Da nessuna parte nei Vangeli si dice che Maria fosse vergine fino alla nascita di Gesù, non si parla di Sacramenti, non si nomina né il Limbo né il Purgatorio e gli accenni all’Inferno sono molto vaghi e discutibili. Non si nominano chiese e cattedrali e anzi Gesù invita a non pregare in pubblico. Non si parla di sacerdozio né tanto meno di celibato dei preti (che fu stabilito solo intorno all’anno mille ma che fino al 1600 si poteva evitare comprando un’indulgenza). Non si parla del diritto della Chiesa a possedimenti materiali o a possedere banche (Gesù scacciò i mercanti dal Tempio). Non si parla di divieti sessuali: Gesù difese due donne condannate alla lapidazione per la loro condotta sessualmente immorale. Gesù le salva dicendo: perdonatele perché hanno peccato per troppo amore, stabilendo in questo modo l’assoluzione a priori delle trasgressioni amorose. La dottrina della Chiesa è in realtà molto lontana dalla parola di Gesù. Per questo i Papi hanno vietato per più di un millennio la conoscenza diretta dei Vangeli e hanno torturato e ucciso chi cercava una pratica religiosa più vicina alla parola di Gesù: i Patarini, i Catari, Dolciniani. Sono morti perché volevano seguire i Vangeli. Rinchiusero in una cella immobilizzato, per anni Jacopo da Todi per la sua fede in Gesù. Quando fu liberato le sue ginocchia erano calcificate e non potè più camminare. Con Lutero non ci riuscirono. E quel che vedo, signor Papa è che ancora la Chiesa di Roma è restata a difendere posizioni autoritarie.»
Posizioni autoritarie come quelle che, nel 1998, coinvolsero addirittura le autorità della Radiotelevisione Italiana. Fu proprio il 5 ottobre del 1998, che la direzione della RAI spedì una circolare a firma del proprio Direttore Generale a tutte le proprie strutture aziendali. La circolare spiegava innanzitutto che era appena stato firmato un accordo tra il «Comitato centrale per il Giubileo del Vaticano e la RAI, in cui si definiscono il ruolo privilegiato della RAI nella trasmissione degli eventi giubilati e i numerosi impegni, che l'Azienda assume verso la Santa Sede in relazione a queste trasmissioni.» Degli aspetti economici dell'accordo non si parla; ma veniamo informati innanzitutto di una massiccia vaticanizzazione della rete pubblica: «RAIUNO trasmetterà i principali eventi del Giubileo e tratterà i rapporti tra la Chiesa Cattolica e le altre Chiese cristiane, RAIDUE approfondirà in particolare le relazioni con le grandi religioni monoteiste […]. RAITRE dedicherà specifica attenzione al ruolo che nel Giubileo svolgeranno […] le forze più vive delle grandi Diocesi italiane […]» Saranno mobilitati in quei giorni a fianco del Vaticano anche RAI International, la Direzione Teche e Servizi Tematici/Educativi e il sito Internet della RAI.
Ora, è già preoccupante sapere che alcune trasmissioni riceveranno un “logo ufficiale del Giubileo” offerto dal Vaticano. Ma il controllo Vaticano non finisce affatto qui; si estende all'intera produzione della rete pubblica. Al punto 5 della circolare leggiamo infatti:
«Si dovrà porre attenzione ad evitare nelle trasmissioni non ufficiali posizioni o accostamenti in palese contrasto con le linee editoriali comunemente concordate per i programmi ufficiali.»
Vale a dire, non contrastare in nessun modo o misura, né criticare o commentare in maniera equanime e super partes la politica della Chiesa Cattolica di Roma.
Di sicuro, il Vaticano non ha certo lesinato, in quanto a mezzi di comunicazione. Oltre a poter contare serenamente sulla RAI pubblica, utilizza ormai da anni la propria emittente, Radio Vaticana, con antenne di tali portata che le emissioni radio compiono tre volte il giro del mondo. Una recente misurazione del campo elettromagnetico commissionata dalla Regione Lazio ha accertato nella zona valori di gran lunga superiori ai 6 Volt/metro, soglia massima consentita dal decreto Ronchi per edifici e aree in cui le persone sostano per un tempo non inferiore alle quattro ore, cioè le case, ma anche le scuole e i luoghi di lavoro. Che a Cesano e dintorni si muoia di tumore in una percentuale che ha pochi riscontri in Italia (circa il 30 per cento in più della media nazionale) è confermato da una ricerca sui certificati di morte dal '92 al '96 del dottor Santi, allora medico condotto della zona, scomparso da poco. Solo nel '96, su 33 deceduti, 20 i casi di tumore, 5 i casi cardiaci, anomalia totale che ribalta il dato nazionale. Naturalmente, il Vaticano si appella all’extraterritorialità, cioè al fatto che è, de facto, uno stato indipendente e sovrano, con le antenne montate sul proprio suolo. Un pò come se la Repubblica di San Marino si costruisse una centrale nucleare e dicesse alle città di Firenze e Ancora di preoccuparsi dei fatti loro.
Persino l’impassibile padre Amorth, noto per il suo impegno come esorcista, in una intervista recente concessa alla testata cattolica “30 Giorni”, ha sottolineato l’impasse in cui ristagna attualmente la legislazione vaticana.
Giornalista: Padre Amorth, il satanismo si diffonde sempre di più. Il nuovo Rituale rende difficile fare esorcismi. Agli esorcisti si impedisce di partecipare a una udienza con il Papa a piazza San Pietro. Mi dica sinceramente: cosa sta accadendo?
Amorth: Il fumo di Satana entra dappertutto. Dappertutto! Forse siamo stati esclusi dall’udienza del Papa perché avevano paura che tanti esorcisti riuscissero a cacciare via le legioni di demoni che si sono insediate in Vaticano.
Giornalista: Sta scherzando, vero?
Amorth: Può sembrare una battuta, ma io credo che non lo sia. Non ho nessun dubbio che il demonio tenti soprattutto i vertici della Chiesa, come tenta tutti i vertici, quelli politici e quelli industriali.
Giornalista: Sta dicendo che anche qui, come in ogni guerra, Satana vuole conquistare i generali avversari?
Amorth: È una strategia vincente. Si tenta sempre di attuarla. Soprattutto quando le difese dell’avversario sono deboli. E anche Satana ci prova. Ma grazie al cielo c’è lo Spirito Santo che regge la Chiesa: «Le porte dell’inferno non prevarranno». Nonostante le defezioni. E nonostante i tradimenti. Che non devono meravigliare. Il primo traditore fu uno degli apostoli più vicini a Gesù: Giuda Iscariota. Però nonostante questo la Chiesa continua nel suo cammino. È tenuta in piedi dallo Spirito Santo e quindi tutte le lotte di Satana possono avere solo dei risultati parziali. Certo, il demonio può vincere delle battaglie. Anche importanti. Ma mai la guerra.
Nel 2001, durante il pontificato di Karol Woytila, iniziarono a girare in ambito ecclesiastico delle strane voci, preoccupanti accenni al fatto che qualcuno, nelle alte sfere del Vaticano, si stava dando da fare per deporre il Papa, già consumato dalla malattia, e sostituirlo al soglio di Pietro con un nuovo pontefice, in maniera del tutto irregolare. Destituire un Papa forzatamente, mettendo alla guida della Chiesa un nuovo Papa, sarebbe stata una mossa totalmente illegittima.
Un articolo dell’epoca di un noto teologo americano, Padre Joseph Iannuzzi, fornisce ulteriori dettagli sul caso.
«In risposta alle preoccupazioni per la capacità fisica del Papa di poter ancora svolgere la sua funzione di leader morale della Chiesa Cattolica – afferma Joseph Iannuzzi - e sulla scia del più grave scandalo che abbia mai colpito la Chiesa Cattolica americana, l’attenzione dei media è ora rivolta al suo successore, si iniziano così a fare i nomi di numerosi prelati. Fioriscono inoltre profezie che predicono l’imminente apparizione sulla scena di un antipapa che usurperà il trono e la supremazia di Giovanni Paolo II. Uno è quasi costretto a chiedersi come, in tali casi, un persona laica media possa distinguere un Papa “valido” da uno “non valido”, uno regolarmente eletto da uno che non lo è. I teologi concordano nel ritenere che coloro che hanno parte attiva nelle elezioni dei papi, vale a dire i cardinali, devono essere presenti durante il conclave perché questo possa essere considerato valido. Questo primo criterio esprime in sintesi i motivi della non validità di alcuni conclavi tentati in passato che avevano la pretesa di essere validi mentre in realtà non lo erano. Secondo punto, sono necessari i due terzi dei voti perché un Papa possa considerarsi legittimamente eletto ed essere elevato al trono di Pietro. Terzo punto, poiché due papi non possono occupare simultaneamente il soglio di Pietro, se il pontefice vivente e in carica non ha dato le sue dimissioni liberamente e senza imposizioni, un conclave non può essere validamente convocato. Tentare di eleggere un papa senza il libero consenso del pontefice vivente e in carica significherebbe usurpare l’ufficio papale, cosa che si è verificata molto raramente in passato.»
Secondo Iannuzzi, più rilevante nella cultura e nella religione di oggi è il movimento antipapale che prende il nome di “collegialismo” il quale mina anche l’ufficio del papa. Mentre la maggior parte di noi ha sentito parlare del concetto di “collegialità” espresso nel Concilio Vaticano II, in pochi hanno familiarità con quello di “collegialismo”. Di cosa si tratta e cosa ha a che vedere con la nostra Chiesa moderna? Se il Concilio Vaticano II ha definito “collegialità” il magistero supremo e l’autorità pastorale su tutta la Chiesa posseduta dai vescovi in unione con il Papa, il “collegialismo” invece presuppone che i vescovi sono equivalenti al Papa sotto ogni aspetto e perciò non è necessario che siano in unione con lui per possedere un’autorità suprema e pastorale. Pertanto il collegialismo usurpa il Magistero supremo e l’autorità pastorale in quanto investimento condiviso del potere episcopale (collegio) separato dal potere magisteriale straordinario che solo il Papa possiede.
«La storia ha visto l’affermarsi del collegialismo nell’eresia ariana che ha avuto presa su numerosi vescovi cattolici europei», continua Iannuzzi. «Secoli più tardi esso ha rialzato la testa nello scisma d’Inghilterra capeggiato da Enrico VIII con i suoi insegnamenti ereticali su matrimonio e divorzio, che ottennero il plauso della maggioranza dei vescovi cattolici d’Inghilterra. Nonostante la condanna del divorzio da parte del Papa, i vescovi inglesi sfidarono apertamente l’autorità suprema del pontefice dichiarandosi gli unici arbitri del Magistero supremo della Chiesa.»
In riferimento a questo argomento possiamo trovare negli scritti di San Leopoldo Mandic, un padre Cappuccino croato, un’affermazione del 1939 alquanto sinistra destinata ad un sacerdote americano: “Bada bene di preservare la tua Fede, perché in futuro la Chiesa negli U.S.A. sarà separata da Roma”. Altre profezie individuano uno scisma della Chiesa dopo l’esilio di un pontefice di Roma. Nel XIX secolo la Beata Anna Caterina Emmerich ne illustrò i tratti:
«Sono stata portata [in spirito] a Roma dove il Santo Padre, sprofondato nella sofferenza, è ancora nascosto per evitare pericolose emergenze. La ragione principale per questo suo rimanere nascosto è che può fidarsi di poche persone. Il Papa è talmente debole che non riesce più a camminare da solo. Il piccolo uomo nero a Roma, che vedo così spesso, ha molte persone che lavorano per lui senza che sappiano chiaramente per quale scopo. Egli ha i suoi agenti anche nella sua nuova chiesa nera. Se il Papa lascia Roma, i nemici della Chiesa prenderanno il sopravvento. Li ho visti intercettare o sviare le strade che conducono al Papa. Quando essi riuscirono ad ottenere un Vescovo di loro gradimento, ho visto che questo veniva intruso contrariamente alla volontà del Santo Padre; conseguentemente non aveva alcuna legittima autorità. Ho visto il Santo Padre assorto nella preghiera e timoroso di Dio, la sua figura perfetta, sebbene indebolita dall’età avanzata e da numerose sofferenze, la sua testa sprofondata sul petto come se fosse addormentato. Egli aveva spesso svenimenti e sembrava stesse morendo, l’ho visto spesso sostenuto da apparizioni durante la preghiera, e in quel momento la sua testa era dritta.» (10 agosto; 10 settembre; 16 ottobre 1822).
La Chiesa dei Santi e dei peccatori
Cercando sulla rete delle notizie sulla Chiesa, sulla corruzione, sulla caduta morale e su Dio, si trovano a volte delle testimonianze sconcertanti, delle esperienze di vita forti, addirittura crude e lancinanti, ma illuminanti, un vero spaccato sociale che qualsiasi storico o antropologo non dovrebbe lasciarsi sfuggire. Come quella narrata da Roberto Scarpinato.
«Come è possibile che vittime e carnefici, miliardari e poveri, mafiosi e dittatori possano pregare lo stesso Dio ed essere in pace con sé stessi? In realtà, la Chiesa – da sempre attenta fino all’ossessione alla morale sessuale – pratica un politeismo occulto che lascia ad ogni fedele la libertà di costruirsi un Dio su misura. Ciò che importa alle gerarchie è la presenza mediatica che favorisce la restaurazione postconciliare ed annulla i dubbi dei fedeli, in un mondo che di dubbi è ancora pieno…» Questo, in sintesi, il pensiero di Roberto Scarpinato, Procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Palermo, da anni impegnato nella lotta alla Mafia. Dal sito http://www.terrelibere.org/ , Scarpinato ci offre una panoramica affascinante e inquietante allo stesso tempo sulle variabili infinite dell’animo umano, capaci di conciliare dentro di sé estremi come l’omicidio e l’amore per Dio.

«Sino all’età di quarant’anni circa – dice Scarpinato - il mio rapporto con la religione ed il cattolicesimo è stato quello tipico dell’italiano medio, cioè assolutamente non problematico. In Italia, tranne poche minoranze, si è cattolici non per scelta ma per destino culturale. Si nasce e si muore senza interrogarsi quasi mai sui temi della religione. Si attraversa un’esistenza scandita dal succedersi di riti battesimi, matrimoni, comunioni, funerali dei quali si è smarrito il senso. Riti che in fondo sembrano servire a tenerci compagnia, a non sentirci soli nella vita. Ho preso a riflettere su questi temi quando, appunto verso i quarant’anni, ho iniziato a frequentare per motivi professionali gli assassini. Quando a volte mi chiedono: “chi frequenti”?, io sono solito rispondere: “frequento assassini e complici di assassini”. Perché in realtà in questi ultimi quindici anni è stato molto di più il tempo che ho trascorso con loro, a interrogarli nelle carceri, a leggere le loro dichiarazioni, ad ascoltare le intercettazioni delle loro conversazioni, che il tempo che ho passato con i miei familiari e con le persone normali.» Così Scarpinato narra l’inizio della sua esperienza.
«Frequentare gli assassini per me è stato illuminante, perché è stato come frequentare a lungo la morte, lo scandalo della morte», continua Scarpinato. «Mors magistra vitae: entrare in confidenza con la morte a volte ti consente di entrare in confidenza con alcuni segreti della vita. Questa premessa è finalizzata a spiegare come e perché io abbia iniziato a riflettere su Dio, sulla fede, sull’etica cattolica, sul ruolo della Chiesa in Italia. Non per un innamoramento intellettuale, ma direi quasi costretto dalla dura realtà con la quale devo misurarmi ogni giorno, una realtà che quasi ti afferra per il bavero e ti costringe a porti delle domande e a darti delle risposte. Potrei citare tanti casi, che sono noti alla stampa, come quello di un famoso capomafia, Aglieri, che durante la latitanza riceveva un frate che celebrava messa; così come potrei raccontare le tante esperienze di perquisizioni, eseguite subito dopo arresti di latitanti e la mia sorpresa nel vedere queste abitazioni le cui pareti erano quasi tappezzate da immagini religiose.
La questione per me si complica ulteriormente quando comincia la stagione degli assassini con il colletto bianco. Mi riferisco alla mafia borghese, alla mafia bianca. Cioè quelli che non sparano in prima persona, ma che proteggono gli assassini, li aiutano a evitare le condanne, fanno con loro affari lucrosi, e a volte chiedono agli specialisti della violenza materiale di eliminare qualche ostacolo che si trova lungo la strada e che non può essere eliminato per vie incruente. Il loro motto è: “Dio sa che sono loro che vogliono farsi ammazzare”. Mi è capitato di sentirlo più volte nel corso delle intercettazioni. E così mi accadde di conoscere anche questi sepolcri imbiancati, questi esponenti della borghesia mafiosa. Ricordo uno dei più rinomati medici di Palermo, che diventò collaboratore e confessò di essere un capomafia. Lui frequentava la Chiesa e mi raccontava che suo zio, che pure era un capomafia, si recava a pregare sulle tombe di coloro che “era stato costretto ad abbattere”.»
Nella concezione di Scarpinato, il mondo è pieno di assassini, ben più feroci di quelli da lui conosciuti nell’esperienza palermitana, assassini che credono in Dio, sono cattolici praticanti, sono in pace con sé stessi e che muoiono nel proprio letto. «Assassini convinti di avere bene operato, confermati in tale convinzione da preti e vescovi che mai li hanno criticati in vita e li hanno benedetti in morte. Il quesito iniziale, ovvero com’è possibile che vittime e carnefici preghino lo stesso Dio e siano in pace con sé stessi, non riguardava più soltanto Palermo e la realtà mafiosa, ma si dilatava nello spazio e nel tempo diventando universale. Ed è un quesito che almeno per me esigeva una risposta.»
La risposta che Roberto Scarpinato si è dato è che in realtà vittime e carnefici non pregano lo stesso Dio. Pregano un Dio diverso.
«Questo miracolo della moltiplicazione di Dio, della coesistenza di più Dio nella stessa Chiesa, avviene grazie al fatto che nella Chiesa Cattolica il rapporto tra Dio e il fedele è gestito da un mediatore culturale: un sacerdote, un prelato. Ogni strato sociale, ogni segmento della società, ogni tribù sociale esprime dal proprio interno culturale, sociale, il proprio mediatore culturale con Dio, che dunque è portatore della stessa cultura, della stessa visione della vita dell’ambiente che lo ha espresso. Esiste così un Dio dei potenti, e un Dio degli impotenti. Un Dio dei mafiosi, e un Dio degli antimafiosi. Un Dio dei dittatori, e un Dio degli oppressi.»
A volte la realtà ha costretto le gerarchie cattoliche a scegliere. Ma per Scarpinato, la lezione della storia dimostra che non sempre questa scelta è stata a favore degli ultimi e degli oppressi, i quali sono stati abbandonati al loro destino. In occasione di un viaggio di lavoro a Buenos Aires, l’ex Procuratore aggiunto incontrò le cosiddette madri coraggio che da tanti anni protestano sfilando in silenzio dinanzi ai palazzi del potere, per chiedere giustizia per i loro cari.
«Mi capitò poi di leggere su una rivista la lettera di una di queste madri. Era il tempo in cui la Spagna chiedeva l’estradizione di Pinochet per processarlo. Il Vaticano espresse la propria contrarietà. Ho conservato questa lettera, di cui voglio leggere un brano: “Lui, il Papa, che avrebbe dovuto alzare una parola quando c’era la violenza, la disperazione, la strage nelle nostre famiglie, lui che avrebbe dovuto generare tutta la reazione internazionale perché sapeva cosa stava accadendo, lui ha taciuto, abbandonandoci nelle mani degli assassini e dei torturatori. Solo noi sudamericani sappiamo bene che cosa è la curia argentina, cilena, sudamericana. Ed ora che dopo tanti tentativi, tante speranze, pensavamo che si cominciasse finalmente ad ottenere qualche risposta internazionale alla nostra storia, al nostro dolore, ancora intatto, lui, finalmente dopo tanto silenzio, parla. Ma parla per sottrarre alla giustizia il capo dei nostri assassini, per dire no ad una condanna per i delitti aberranti, terribili che ci porteremo addosso per tutta la vita”.
Scarpinato sa bene che esistono molti sacerdoti che invece combattono questo stato di cose, in America Latina ad esempio c’è stato anche monsignor Romero il quale è stato ucciso perché difendeva le ragioni dei campesinos. «Ma mi pare che le gerarchie cattoliche non abbiano scelto monsignor Romero, se è vero, come è vero, che tutta la teologia della liberazione è stata messa a tacere. Che tutte le cattedre sono state chiuse, e se è vero come è vero che la beatificazione di monsignor Romero è rimasta bloccata per sette anni, mentre altre procedono molto velocemente (il risultato è che dai venti ai quaranta milioni di latino americani hanno abbandonato la Chiesa cattolica). E allora il problema è quello di spezzare questo rapporto perverso tra fede e potere. Spezzare questo rapporto significa restituire la voce di Dio e di Cristo agli uomini perché nel corso della storia lo spazio tra l’uomo e Dio è stato troppo a lungo sequestrato dal potere. Solo i poveri sono innocenti, disse, solo i miserabili sono senza peccato, solo chi non ha pane è senza colpa. E a proposito del dovere di scegliere, io credo che l’etica laica e l’etica cristiana coincidano. Sartre disse: l’etica consiste nello scegliere, noi siamo le nostre scelte. E Gesù nel Vangelo (Luca, 12, 51) dice: voi pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, vi dico, ma piuttosto divisione. Quale divisione? La divisione di chi sceglie. E sceglie di stare dalla parte degli ultimi e degli oppressi. Una scelta che si traduce nella carità attiva, per la cultura dei diritti, per la liberazione dalle catene del bisogno, una scelta che condannò Gesù a morte e che sempre nel corso della storia ha condannato a morte chi ha osato schierarsi contro il potere. La lezione di Cristo dunque a me sembra esattamente opposta a quella curiale della non scelta o della scelta a favore del potere. A volte quando a Palermo mi capita di partecipare a cerimonie funebri, per commemorare le vittime di tanti omicidi mafiosi, mi guardo intorno e chiedo a me stesso: chissà quanti assassini, quanti sepolcri imbiancati ci sono qui, in questa Chiesa, accanto a me, in pace con sé stessi e con Dio. In quei momenti chiudo gli occhi; e mi piace immaginare che un giorno qualcuno scriva sulle facciate di tutte le chiese di Palermo la stessa frase che un grande vescovo brasiliano scrisse sulla facciata della sua cattedrale: il mondo si divide tra oppressori e oppressi. Tu, cristiano, che stai per entrare, da che parte stai?».

Profezie sulla Chiesa di Roma
“Uno dei musulmani rimasti si convertirà, diventerà prete, vescovo e poi cardinale, e quando verrà eletto il nuovo Papa (subito prima dell’Anticristo) questo cardinale ucciderà il Papa prima che sia incoronato, a causa della gelosia, perché lui stesso desidera essere Papa; allora quando gli altri cardinali eleggeranno il Papa successivo, questo cardinale si proclamerà anti-Papa e i due terzi dei cristiani lo seguiranno.”
Profezia del XII secolo di Santa Ildegarda

“…il Papa con i cardinali dovranno fuggire da Roma in circostanze tragiche per rifugiarsi in un luogo dove saranno sconosciuti. Il Papa morirà di una morte crudele nel suo esilio. Le sofferenze della Chiesa saranno molto più grandi che in ogni altro periodo della sua storia. Ma Dio eleverà un santo Papa e gli Angeli si rallegreranno...”
1600, profezia di Fra’ Johannes

“La Santa Chiesa sarà perseguitata…e Roma sarà senza un pastore…”
XIX secolo, profezia della Ven. Madre Agnese Steiner

“La religione verrà perseguitata e i preti massacrati. Le chiese verranno chiuse, ma solo per poco tempo. Il Santo Padre sarà obbligato a lasciare Roma.”
XIX secolo, profezia della beata Anna Maria Taigi, Siena

“…Il Papa cambierà la sua residenza e la Chiesa non sarà difesa per venticinque mesi o più, perché durante tutto quel tempo non ci sarà Papa a Roma…Dopo molte tribolazioni, un Papa sarà eletto fra coloro che saranno sopravvissuti alle persecuzioni…”
XIII secolo, profezia di Giovanni di Vatiguerro

“Ho visto uno dei miei successori che fuggiva scavalcando i corpi dei suoi fratelli. Egli troverà rifugio in incognito da qualche parte e dopo un breve periodo di isolamento morirà di morte violenta.”
1909, profezia di Papa Pio X

“…La grande prova é giunta per la vostra Chiesa. Si sono continuati a diffondere gli errori che hanno portato alla perdita della fede. Molti Pastori non sono stati attenti, né vigilanti ed hanno permesso a tanti lupi rapaci, vestiti da agnelli, di introdursi fra il gregge a portare disordine e distruzione. Quanto é grande la vostra responsabilità, o Pastori della santa Chiesa di Dio! Si continua sulla strada della divisione dal Papa e del rifiuto del suo Magistero; anzi di nascosto si prepara un vero scisma che presto potrà diventare aperto e proclamato. Allora rimarrà solo un piccolo resto fedele, che Io custodirò nel giardino del mio Cuore Immacolato…”
15 novembre 1990, messaggio della Madonna a don Stefano Gobbi

“Il demonio cercherà di perseguitare i Ministri del Signore in ogni maniera possibile e agirà con crudele e sottile astuzia per sviarli dallo spirito delle loro vocazioni, corrompendo molti di loro. Questi sacerdoti corrotti, che saranno motivo di scandalo per i cristiani, faranno sì che l’odio dei cattivi cristiani e dei nemici della Chiesa Cattolica e Apostolica Romana ricada su tutti i sacerdoti...”
XVII secolo, messaggio della Madonna a Madre Mariana de Jesus Torres, Quito Ecuador

“…i cardinali si opporranno ai cardinali, i vescovi ai vescovi…”
13 Agosto 1951, messaggio della Madonna a Teresa Musco, Caiazzo (Caserta)

“…L’opera del diavolo si insinuerà anche nella Chiesa in una maniera tale che si vedranno cardinali opporsi ad altri cardinali, vescovi contro vescovi. I sacerdoti che mi venerano saranno disprezzati e ostacolati dai loro confratelli”
13 Ottobre 1973, messaggio della Vergine Maria a Suor Agnese Sasagawa, Akita

“I sacerdoti si opporranno gli uni agli altri ed erigeranno fortezze contro gli altri sacerdoti e contro il Vicario. Ci sarà una grande oscurità, ed essa ora è arrivata sulla Chiesa. Ci sarà grande divisione al suo interno…”
3 Marzo 1982, messaggio di Dio Padre a Eileen George, Worcester (USA)

“…se il mondo non migliora fra dieci anni il diavolo si impadronirà della Chiesa di Dio”
22 Agosto 1985, messaggio della Madonna nelle apparizioni di Melleray, Irlanda




Pablo Ayo
pabloayo@strangedays.it



























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